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Subject: Tennis
Grande Scanzi, lo seguirò anch'io.
Per Berrettini sarebbe bello avere una sintesi del match. Il prossimo a che ora è?
Per Berrettini sarebbe bello avere una sintesi del match. Il prossimo a che ora è?
Sta giocando molto bene, spinge molto e varia spesso, mentalmente piuttosto solido e tatticamente impeccabile
finora non ha avuto nessuna difficoltà (complice anche un sorteggio non impossibile), domani pomeriggio/sera gioca con Monfils che ha un gioco un po' simile a Berrettini
è sicuramente un bel banco di prova, Monfils di per sè è come tirare una monetina e a seconda della giornata può dare 3-0 a tutti o prendere 3-0 da tutti
se domani vince Berrettini va a ridosso della top10
finora non ha avuto nessuna difficoltà (complice anche un sorteggio non impossibile), domani pomeriggio/sera gioca con Monfils che ha un gioco un po' simile a Berrettini
è sicuramente un bel banco di prova, Monfils di per sè è come tirare una monetina e a seconda della giornata può dare 3-0 a tutti o prendere 3-0 da tutti
se domani vince Berrettini va a ridosso della top10
Beh proprio simili no, Monfils è molto più spettacolare di Berrettini che però è molto più consistente e solido. Ho visto tutti i match di Berrettini a wimbledon e us open, diciamo che grandi avversari in America non ne ha avuti ma sta sfruttando al massimo le sue principali peculiarità: servizio e palla corta. Peccato per il rovescio, sempre e soltanto in back. Orario di gioco intorno alle 19:30, dipende dalla durata del match femminile bencic-vekic
Mamma che match, 4 ore di spettacolo, 7-6 al quinto dopo una marea di match point giocati malissimo.. . Grande berrettini, vittoria meritata! Non mi emozionavo per una partita di tennis dai doppi in Davis di Diego Nargiso :-))
Dopo il doppio fallo sul primo match point e le occasioni sprecate sul 6-5 non ci speravo più nel tiebreak (che pure stava buttando nel cesso sul 5-2 e due punti sul servizio persi)
notare un occhio di falco visto fuori al tie break. Il giudice di sedia mi ha ricordato gli arbitri di serie a
beh dai era dentro di qualche millimetro... esausto anch'io. Mi è pure venuta voglia di carbonara ma ormai era tardi
La partita di ciapanò più grande della storia del tennis finalmente è finita.
Andrea Scanzi
9 h ·
EGLI REGNA, EGLI VIVE
(Si gode come se non ci fosse un domani)
Non è stato tennis: è stata Epica. Di livello primigenio e straziante.
Prima che Matthew Berrettini firmasse la più importante vittoria nella storia del tennis maschile italiano dai tempi di Panatta e Barazzutti, si è visto di tutto. Non “soffrivo” così da ANNI per un evento sportivo. Giunti al quinto set, il Prescelto si issava sul 2-0. Si faceva però malamente breakkare da Monfls, che con consueta scorrettezza odiosa e ridanciana – tra una linguetta della scarpa aggiustata e l’altra – da un lato fingeva d’esser stanco morto e dall’altra erigeva la sua circense nonché esteticamente immonda linea Maginot, da mancato rapper che si veste (male) alla Standa. 2-2. Berrettini però reagiva e si trovava addirittura 5-2, resistendo in un game a una valanga di iatture continue tra coaching, ergastolani che urlavano tra la prima e seconda (spediteli a Guantanamo: subito!) e altri demoni vili. Monfils andava sul 3-5 e qui Berrettini serviva per il match: per la prima semifinale in uno Slam. Per qualcosa che nell’era Open, a New York, a un italiano non è MAI successo (Barazzutti ci arrivò nel ’77, ma si giocava a Forest Hills). 15-0, poi una cazzata. 30-15, poi una volée (sulla seconda) a campo aperto fallita per troppa tensione. 40-30, match point. E lì un doppio fallo alla Filini, con Matthew che si accartoccia sulla seconda tipo sincope comica. E’ tragedia, è morte, è apocalisse. Spacco il telecomando, il mio cane mi guarda come si guarda un salvini ghiozzo (perdonate la ridondanza). E’ finita. Monfils, con quel suo campionario sommamente colpevole tipico dei finti simpatici, si issa sul 5-5. Prende tempo, urla sull’errore altrui, sgrana gli occhi tipo Ted Bundy, incita le plebi come al Colosseo e già che c’è se la prende con le “troppe luci”. Una scorrettezza oscena, che non verrà lenita dall’abbraccio finale: VERGOGNA.
Nel frattempo Matthew (lo chiamò così perché oggi in Italia a chiamarsi Matteo e aver talento si fa fatica) serve sul 5-5. Va sotto 0-30 e lì nessuno avrebbe puntato su di lui. Nessuno. Ma Egli vive e quindi si rialza: non si sa come, ma tiene la battuta. 6-5. Monfils va sopra 30-0, ma perde la seconda di servizio e inanella doppi falli goffi come lui. Nel frattempo il Mirabile si inventa un lob di rovescio che non esiste al mondo. Giove Pluvio fa l’inchino e un vecchio di 87 anni sugli spalti ha l’ultima erezione della sua vita. Ancora un match point. Ma Monfils piazza la prima. Poi un TERZO match point, ma Berrettini è ancora svuotato miseramente dal braccino. Si va al tirebreak e tutti pensano che La Monf, che di nuovo incita le masse con oscena insistenza belluina, trionferà. La vita è dolore. Ma Berrettini va avanti 2-0 e poi 4-1. Quindi 5-2 e addirittura due servizi per lui. Ce la fa, stavolta? No, perché Monfils torna sotto 4-5. Berrettini però si porta a casa il 6-4, dopo uno scambio interminabile scandito dal mio rosario ormai afono di imprecazioni (no, non sto esagerando). Finita? No, perché Monfils salva il QUARTO match point. Serve Berrettini. Ora o mai più: ora. Egli piazza la prima, la risposta del transalpino non più garrulo si impenna e cade oltre ogni vaffanculo. E’ semifinale. E’ tripudio. E’ agnizione. E’ gioia totale, come solo il tennis quando tutto gira giusto può regalarti.
Sarà una partita che racconteremo ai nipotini che non avremo. Primo set tutto Monfils, che nel secondo ha sprecato le palle del 3-0 pesante: lì, forse, ha perso il treno. Matthew ha infatti mille vite, a meno che non debba servire per il match (si incartò anche con Rublev): è risalito fino a vincere il secondo, per poi tiranneggiare – sangue ovunque e bile francese nel mesto selciato – nel terzo. Nel quarto Matthew è arrivato scarico. E del quinto, che non era appunto più tennis ma epica, ho ampiamente narrato.
Berrettini è il tennista italiano più forte dai tempi di Adriano&Corrado&Paolo. Ha meno genio puro di Fognini, che però non ha testa e servizio. Di Cecchinato non parlo: ha fatto semi a Parigi e resterà nella storia, ma fu un evento estemporaneo e irripetibile. Tutta un’altra musica. Forse un giorno Peccatore (potenzialmente un tornado) sarà ancora più accecante, ma in termini di bellezza ed empatia Berrettini sta a tutti sopra. In lui, e chi mi legge lo sa già, convivono tracce di Del Potro, echi del miglior Camporese e la propensione al maglio perforante di Mano de Pedra Gonzalez. Il suo dritto divelle e quello uncinato è una rasoiata divina nel bel mezzo del nostro scontento.
Con questo risultato Berrettini sale in 13esima posizione e nella Race è addirittura nono. In semifinale Nadal ne disporrà con relativo agio (credo in 4 set), ma potenzialmente può persino sognare le Atp Finals. Molti, da un anno e mezzo, mi dicono che su di lui esagero: non capite un cazzo. Egli regna, giacché Egli vive. Egli ha sempre regnato, anche quando non lo sapeva. Quindi preghiamo. Tornando a casa, date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza di Berrettini”. Loro capiranno. Sia Lode.
LaPresse (Photo by Kena Betancur / AFP)
9 h ·
EGLI REGNA, EGLI VIVE
(Si gode come se non ci fosse un domani)
Non è stato tennis: è stata Epica. Di livello primigenio e straziante.
Prima che Matthew Berrettini firmasse la più importante vittoria nella storia del tennis maschile italiano dai tempi di Panatta e Barazzutti, si è visto di tutto. Non “soffrivo” così da ANNI per un evento sportivo. Giunti al quinto set, il Prescelto si issava sul 2-0. Si faceva però malamente breakkare da Monfls, che con consueta scorrettezza odiosa e ridanciana – tra una linguetta della scarpa aggiustata e l’altra – da un lato fingeva d’esser stanco morto e dall’altra erigeva la sua circense nonché esteticamente immonda linea Maginot, da mancato rapper che si veste (male) alla Standa. 2-2. Berrettini però reagiva e si trovava addirittura 5-2, resistendo in un game a una valanga di iatture continue tra coaching, ergastolani che urlavano tra la prima e seconda (spediteli a Guantanamo: subito!) e altri demoni vili. Monfils andava sul 3-5 e qui Berrettini serviva per il match: per la prima semifinale in uno Slam. Per qualcosa che nell’era Open, a New York, a un italiano non è MAI successo (Barazzutti ci arrivò nel ’77, ma si giocava a Forest Hills). 15-0, poi una cazzata. 30-15, poi una volée (sulla seconda) a campo aperto fallita per troppa tensione. 40-30, match point. E lì un doppio fallo alla Filini, con Matthew che si accartoccia sulla seconda tipo sincope comica. E’ tragedia, è morte, è apocalisse. Spacco il telecomando, il mio cane mi guarda come si guarda un salvini ghiozzo (perdonate la ridondanza). E’ finita. Monfils, con quel suo campionario sommamente colpevole tipico dei finti simpatici, si issa sul 5-5. Prende tempo, urla sull’errore altrui, sgrana gli occhi tipo Ted Bundy, incita le plebi come al Colosseo e già che c’è se la prende con le “troppe luci”. Una scorrettezza oscena, che non verrà lenita dall’abbraccio finale: VERGOGNA.
Nel frattempo Matthew (lo chiamò così perché oggi in Italia a chiamarsi Matteo e aver talento si fa fatica) serve sul 5-5. Va sotto 0-30 e lì nessuno avrebbe puntato su di lui. Nessuno. Ma Egli vive e quindi si rialza: non si sa come, ma tiene la battuta. 6-5. Monfils va sopra 30-0, ma perde la seconda di servizio e inanella doppi falli goffi come lui. Nel frattempo il Mirabile si inventa un lob di rovescio che non esiste al mondo. Giove Pluvio fa l’inchino e un vecchio di 87 anni sugli spalti ha l’ultima erezione della sua vita. Ancora un match point. Ma Monfils piazza la prima. Poi un TERZO match point, ma Berrettini è ancora svuotato miseramente dal braccino. Si va al tirebreak e tutti pensano che La Monf, che di nuovo incita le masse con oscena insistenza belluina, trionferà. La vita è dolore. Ma Berrettini va avanti 2-0 e poi 4-1. Quindi 5-2 e addirittura due servizi per lui. Ce la fa, stavolta? No, perché Monfils torna sotto 4-5. Berrettini però si porta a casa il 6-4, dopo uno scambio interminabile scandito dal mio rosario ormai afono di imprecazioni (no, non sto esagerando). Finita? No, perché Monfils salva il QUARTO match point. Serve Berrettini. Ora o mai più: ora. Egli piazza la prima, la risposta del transalpino non più garrulo si impenna e cade oltre ogni vaffanculo. E’ semifinale. E’ tripudio. E’ agnizione. E’ gioia totale, come solo il tennis quando tutto gira giusto può regalarti.
Sarà una partita che racconteremo ai nipotini che non avremo. Primo set tutto Monfils, che nel secondo ha sprecato le palle del 3-0 pesante: lì, forse, ha perso il treno. Matthew ha infatti mille vite, a meno che non debba servire per il match (si incartò anche con Rublev): è risalito fino a vincere il secondo, per poi tiranneggiare – sangue ovunque e bile francese nel mesto selciato – nel terzo. Nel quarto Matthew è arrivato scarico. E del quinto, che non era appunto più tennis ma epica, ho ampiamente narrato.
Berrettini è il tennista italiano più forte dai tempi di Adriano&Corrado&Paolo. Ha meno genio puro di Fognini, che però non ha testa e servizio. Di Cecchinato non parlo: ha fatto semi a Parigi e resterà nella storia, ma fu un evento estemporaneo e irripetibile. Tutta un’altra musica. Forse un giorno Peccatore (potenzialmente un tornado) sarà ancora più accecante, ma in termini di bellezza ed empatia Berrettini sta a tutti sopra. In lui, e chi mi legge lo sa già, convivono tracce di Del Potro, echi del miglior Camporese e la propensione al maglio perforante di Mano de Pedra Gonzalez. Il suo dritto divelle e quello uncinato è una rasoiata divina nel bel mezzo del nostro scontento.
Con questo risultato Berrettini sale in 13esima posizione e nella Race è addirittura nono. In semifinale Nadal ne disporrà con relativo agio (credo in 4 set), ma potenzialmente può persino sognare le Atp Finals. Molti, da un anno e mezzo, mi dicono che su di lui esagero: non capite un cazzo. Egli regna, giacché Egli vive. Egli ha sempre regnato, anche quando non lo sapeva. Quindi preghiamo. Tornando a casa, date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza di Berrettini”. Loro capiranno. Sia Lode.
LaPresse (Photo by Kena Betancur / AFP)
Condivido con l'eccessivo modo di fare il buffone di monfils ma intanto con quel modo di fare si è portato tutto il pubblico dalla sua parte. E comunque monfils si bomba la svitolina, quindi 10 e lode a prescindere (anche berrettini sta con una tennista ma inferiore alla ucraina secondo i miei canoni)