Subpage under development, new version coming soon!
Subject: Tennis
Condivido con l'eccessivo modo di fare il buffone di monfils ma intanto con quel modo di fare si è portato tutto il pubblico dalla sua parte. E comunque monfils si bomba la svitolina, quindi 10 e lode a prescindere (anche berrettini sta con una tennista ma inferiore alla ucraina secondo i miei canoni)
alé alé alé (cit.)
cui seguivano i miei sonori vafangul. Come fa quel robo lì a stare simpatico? Mah
cui seguivano i miei sonori vafangul. Come fa quel robo lì a stare simpatico? Mah
va a fiammate e questo entusiasma il pubblico
poi è un tipo molto sportivo e corretto anche quando la cosa gli va a sfavore
poi è un tipo molto sportivo e corretto anche quando la cosa gli va a sfavore
Con Nadal siamo vicini all'impossibile, io dico che perde con un onorevole 3-1
Stanotte per vedere il match in diretta non bisogna dormire :-( start alle 24
Se riesci a non avere spoiler del risultato... Se no che gusto c'è?
SPOILER (se qualcuno volesse vederla in differita)
Peccato.... Avanti 4-0 nel tiebreak del primo set poi perso... Li è finito il match comunque difficile anche se nel secondo set tutto sommato Berrettini ancora ci ha provato. In ogni caso applausi, i top ten ormai sono ad un passo. A differenza di Cecchinato in cui la semifinale a Parigi l'anno scorso fu poco più di un caso, berrettini ha i colpi e soprattutto può dire la sua su qualsiasi superficie.
Peccato.... Avanti 4-0 nel tiebreak del primo set poi perso... Li è finito il match comunque difficile anche se nel secondo set tutto sommato Berrettini ancora ci ha provato. In ogni caso applausi, i top ten ormai sono ad un passo. A differenza di Cecchinato in cui la semifinale a Parigi l'anno scorso fu poco più di un caso, berrettini ha i colpi e soprattutto può dire la sua su qualsiasi superficie.
Andrea Scanzi
3 h ·
FOGNINI VIVE, BERRETTINI DIVELLE, IL MOVIMENTO SOVERCHIA
Garibaldi è vivo, Ippolito Nievo è scampato al naufragio della nave a vapore Ercole e D’Annunzio ha conquistato alfine Fiume. Viva l’Italia! Non si viveva una mattinata simile, nel tennis almeno, da quando Orfini vinse 6-0 6-0 il derby con Nardella giocando solo volée di glande. È tutto parossisticamente epico.
Mi sono alzato presto, stamani, presagendo l’agnizione. La sentivo. Ho fatto subito i miei 10 km, con nuovo record (in un altro post ve ne parlerò: comunque ho fatto 41’ 15’’). Poi doccia e Fognini-Khachanov. Una settimana fa, dopo un inizio divellente di Fognini, il russo truzzo aveva cominciato da par suo a badilare e lo aveva travolto. Guardare Fognini è come guardare Cacciari: sai che prima o poi si incazzerà. Più prima che poi. Infatti. Due giorni fa il ligure malmostoso è riuscito persino a fare andare fuori giri l'Hooligan Vampiro Murray, il tennista più intifabile della galassia, e per questo a Fabio sarò sempre riconoscente. Oggi a un certo punto l’arbitro ha pure interrotto la sua battuta per far fare una terza base a un raccattapalle: praticamente era diventato baseball. Scena surreale. Fognini ha reagito bene: doppio fallo. Vamos. C’era poi un tifoso empio del russo, che urlava a caso e beveva vodka ininterrottamente dai tempi di Kruscev. E Fabio sacramentava sempre più. Fognini ha dominato il primo, per poi sembrare prossimo al crollo. Come una settimana fa. Ha perso la partita quindici volte almeno, tra warning e smadonnamenti, salvo poi ricordarsi di quel suo talento enorme che ha e inventarsi - dunque - una inattesa macellazione a cielo aperto di Khachanov, tamarrone che tutto sommato non mi spiace, perché è un bombardiere ottuso col senso tattico di Calenda. Però onesto e vero. Ciò nonostante, la mannaia è calata su di lui come giusto che fosse. Fabio non ha fatto prigionieri e si è clamorosamente issato ai quarti del Masters 1000 più veloce del mondo, nonostante bue antiche e psiche sfibrata. Domani vivrà il golgota indicibile con l’imbattibile Medvedev, 4 al mondo e hombre più in forma del circuito, ma il ligure è 11 nella Race e teoricamente in corsa per Londra. Daje.
Ecco poi Berrettini, che continueremo a chiamare Matthew perché a chiamarsi Matteo oggi in Italia e avere talento si fa fatica. Egli, come sapete, non vive ma signoreggia. Tutto in lui è Luce, Meraviglia e Fascinazione. Non volevo così BENE a uno sportivo italiano dai tempi di Badoglio. Quando lo guardo, ho reazioni psichiatriche. Mi incazzo, spacco telecomandi, strozzo Marattin. Cose così. Evito di dirvi quel che ho fatto una settimana fa quando l'ho visto perdere con due tiebreak con l'ontologicamente colpevole Murray. Quanta rabbia, quanta crudeltà che si abbatte sulla nostra esistenza.
Oggi il Prescelto era atteso da uno showdown con uno dei tennisti più brutti del mondo, Bautista Agut, metodico tatticista appassionante come la morte e coinvolgente come un concerto da camera di Gigi Il Merda. Matthew l’ha battuto spesso, ma il Battista Aguzzo è cattivo, tignoso, testardo, insistente. Una sciagura estetica che peraltro lo sovrasta nella Race, e potrebbe togliergli il posto per le Atp Finals coi primi otto. Il Mirabile, con quel completino giallo-nero che mi ricorda Porta Burgi (questa la capiscono solo gli aretini stretti), ha cominciato con quella sua grazia post-contemporanea di ragazzo garbato e tennista definitivo. Ha tenuto il servizio con facilità marziale, per poi breakkare l’irricevibile iberico. Quindi, sul 5-4 e servizio 30-0, il solito problema: a volte non sa chiudere i set (e i match). Quindi si è fatto break da solo. Ho reagito benissimo: telecomando contro il muro, giubbotto della Harley indossato con veemenza, chiavi, corsa in garage, messa in moto di Abi e venti minuti a caso a guidare tra San Polo e Antria. Quando sono tornato a casa, appena più calmo, ho acceso la tivù terrorizzato: ero certo che l’antitennis avesse alfine usurpato il Magnifico. Macché: Matthew, che tutto vede e sa, era risalito nel tie da 3-4 e minibreak per poi chiuderlo 7-5. Un pazzo.
Viviamo però per soffrire e morire, come ci ricordano Giampaolo e Massara. Quindi il Battista Irricevibile è andato 3-1 e palle del doppio break: lì, forse, sarebbe finito tutto e saremmo morti tra le fiamme. Matthew però ci ha salvato dall’Apocalisse: calmo come un cecchino che beve a raffica tisane all’equiseto, Egli è risalito fino al 4-4. Poi ha tenuto il servizio. Poi lo spagnolo impossibile da guardare ha osato servire. E già questo è inaccettabile: come osi servire, dinnanzi al Prescelto? Vergogna. Ma i buoni a volte vincono anche nel mondo reale. 0-15. 0-30. 15-30. Qui Berrettini ha remato come un tempo non sapeva fare, vincendo cioè sul terreno sdrucciolo del mediano di successo cui era opposto. 15-40, match point, vittoria. Urla. Tripudio. Giubilo. Epifania. Corte. Leggenda. Tutto. Si gode. Ma tanto.
Berrettini domani affronterà il vincente di Thiem-Basilashvili. Nella Race è ottavo, ma il belga tascabile Goffin e l’ariano con le cavezze al collo Zverev devono ancora giocare e potrebbero sorpassarlo ancora. La lotta per i primi 8 sarà dura sino alla fine, ma già chiudere il 2019 nei 10 (più che possibile) sarebbe straordinario. Come straordinario è Matthew Berrettini, il tennista fatto di quiete, maglio e sogni.
Sia lode.
3 h ·
FOGNINI VIVE, BERRETTINI DIVELLE, IL MOVIMENTO SOVERCHIA
Garibaldi è vivo, Ippolito Nievo è scampato al naufragio della nave a vapore Ercole e D’Annunzio ha conquistato alfine Fiume. Viva l’Italia! Non si viveva una mattinata simile, nel tennis almeno, da quando Orfini vinse 6-0 6-0 il derby con Nardella giocando solo volée di glande. È tutto parossisticamente epico.
Mi sono alzato presto, stamani, presagendo l’agnizione. La sentivo. Ho fatto subito i miei 10 km, con nuovo record (in un altro post ve ne parlerò: comunque ho fatto 41’ 15’’). Poi doccia e Fognini-Khachanov. Una settimana fa, dopo un inizio divellente di Fognini, il russo truzzo aveva cominciato da par suo a badilare e lo aveva travolto. Guardare Fognini è come guardare Cacciari: sai che prima o poi si incazzerà. Più prima che poi. Infatti. Due giorni fa il ligure malmostoso è riuscito persino a fare andare fuori giri l'Hooligan Vampiro Murray, il tennista più intifabile della galassia, e per questo a Fabio sarò sempre riconoscente. Oggi a un certo punto l’arbitro ha pure interrotto la sua battuta per far fare una terza base a un raccattapalle: praticamente era diventato baseball. Scena surreale. Fognini ha reagito bene: doppio fallo. Vamos. C’era poi un tifoso empio del russo, che urlava a caso e beveva vodka ininterrottamente dai tempi di Kruscev. E Fabio sacramentava sempre più. Fognini ha dominato il primo, per poi sembrare prossimo al crollo. Come una settimana fa. Ha perso la partita quindici volte almeno, tra warning e smadonnamenti, salvo poi ricordarsi di quel suo talento enorme che ha e inventarsi - dunque - una inattesa macellazione a cielo aperto di Khachanov, tamarrone che tutto sommato non mi spiace, perché è un bombardiere ottuso col senso tattico di Calenda. Però onesto e vero. Ciò nonostante, la mannaia è calata su di lui come giusto che fosse. Fabio non ha fatto prigionieri e si è clamorosamente issato ai quarti del Masters 1000 più veloce del mondo, nonostante bue antiche e psiche sfibrata. Domani vivrà il golgota indicibile con l’imbattibile Medvedev, 4 al mondo e hombre più in forma del circuito, ma il ligure è 11 nella Race e teoricamente in corsa per Londra. Daje.
Ecco poi Berrettini, che continueremo a chiamare Matthew perché a chiamarsi Matteo oggi in Italia e avere talento si fa fatica. Egli, come sapete, non vive ma signoreggia. Tutto in lui è Luce, Meraviglia e Fascinazione. Non volevo così BENE a uno sportivo italiano dai tempi di Badoglio. Quando lo guardo, ho reazioni psichiatriche. Mi incazzo, spacco telecomandi, strozzo Marattin. Cose così. Evito di dirvi quel che ho fatto una settimana fa quando l'ho visto perdere con due tiebreak con l'ontologicamente colpevole Murray. Quanta rabbia, quanta crudeltà che si abbatte sulla nostra esistenza.
Oggi il Prescelto era atteso da uno showdown con uno dei tennisti più brutti del mondo, Bautista Agut, metodico tatticista appassionante come la morte e coinvolgente come un concerto da camera di Gigi Il Merda. Matthew l’ha battuto spesso, ma il Battista Aguzzo è cattivo, tignoso, testardo, insistente. Una sciagura estetica che peraltro lo sovrasta nella Race, e potrebbe togliergli il posto per le Atp Finals coi primi otto. Il Mirabile, con quel completino giallo-nero che mi ricorda Porta Burgi (questa la capiscono solo gli aretini stretti), ha cominciato con quella sua grazia post-contemporanea di ragazzo garbato e tennista definitivo. Ha tenuto il servizio con facilità marziale, per poi breakkare l’irricevibile iberico. Quindi, sul 5-4 e servizio 30-0, il solito problema: a volte non sa chiudere i set (e i match). Quindi si è fatto break da solo. Ho reagito benissimo: telecomando contro il muro, giubbotto della Harley indossato con veemenza, chiavi, corsa in garage, messa in moto di Abi e venti minuti a caso a guidare tra San Polo e Antria. Quando sono tornato a casa, appena più calmo, ho acceso la tivù terrorizzato: ero certo che l’antitennis avesse alfine usurpato il Magnifico. Macché: Matthew, che tutto vede e sa, era risalito nel tie da 3-4 e minibreak per poi chiuderlo 7-5. Un pazzo.
Viviamo però per soffrire e morire, come ci ricordano Giampaolo e Massara. Quindi il Battista Irricevibile è andato 3-1 e palle del doppio break: lì, forse, sarebbe finito tutto e saremmo morti tra le fiamme. Matthew però ci ha salvato dall’Apocalisse: calmo come un cecchino che beve a raffica tisane all’equiseto, Egli è risalito fino al 4-4. Poi ha tenuto il servizio. Poi lo spagnolo impossibile da guardare ha osato servire. E già questo è inaccettabile: come osi servire, dinnanzi al Prescelto? Vergogna. Ma i buoni a volte vincono anche nel mondo reale. 0-15. 0-30. 15-30. Qui Berrettini ha remato come un tempo non sapeva fare, vincendo cioè sul terreno sdrucciolo del mediano di successo cui era opposto. 15-40, match point, vittoria. Urla. Tripudio. Giubilo. Epifania. Corte. Leggenda. Tutto. Si gode. Ma tanto.
Berrettini domani affronterà il vincente di Thiem-Basilashvili. Nella Race è ottavo, ma il belga tascabile Goffin e l’ariano con le cavezze al collo Zverev devono ancora giocare e potrebbero sorpassarlo ancora. La lotta per i primi 8 sarà dura sino alla fine, ma già chiudere il 2019 nei 10 (più che possibile) sarebbe straordinario. Come straordinario è Matthew Berrettini, il tennista fatto di quiete, maglio e sogni.
Sia lode.
Andrea Scanzi
25 min ·
Stamani, mentre correvo i miei 20 chilometri di ripetute, a un certo punto una scossa indicibile mi ha fatto cadere. E' stato come un vento fortissimo, che mi ha sollevato da terra e divelto dalle fondamenta. Mentre mi rialzavo a fatica, mi son domandato: "Terremoto? Uragano? Apocalisse?". Poi ho capito: era Berrettini che provava il servizio a Shangai.
Matthew Berrettini, e lo chiamo Matthew perché a chiamarsi Matteo e avere talento oggi in Italia si fa parecchia fatica, è in semifinale al Masters 1000 di Shangai. Senza aver mai perduto un set. E senza aver mai ceduto oggi il servizio. Vi è grazia parossistica. Egli si è rivelato fiero eversore del numero 5 al mondo, il mai disprezzato Dominik Thiem. Ieri, in una delle risposte ai vostri tanti commenti, sostenevo come Fognini fosse chiusissimo (Medvedev da agosto in poi è ingocabile) mentre Matthew avesse chance, perché Thiem - fortissimo e fresco di un Atp 500 cinque giorni fa - è un campione ma sul veloce non è imbattibile. Infatti.
Berrettini, che vi ricordo non gioca ma delizia, ha dimostrato una volta di più una solidità fisica e mentale mai vista in Italia - non nel tennis - negli ultimi 747mila anni. Il suo unico patema ciclico è non chiudere subito i set e i match: era avanti 6-4 nel tie e ha dovuto aspettare il 10-8 (annullando un set point), era avanti 40-15 e 5-4 nel secondo e ha dovuto annullare due palle break. E' come se anelasse l'apparente martirio prima di divellere appieno. E nel frattempo tu sacramenti lucidamente.
In lui vi è però grazia, mai dimenticarlo, unita a una ferocia garbata - uno degli ossimori che più adoro in lui - e ad una sorta di propensione alla magnificenza timida. Il suo servizio sa essere maglio, il suo dritto è una sentenza come la Colt di Clint, il suo rovescio è migliorato a velocità impensabile. Egli tiene lo scambio lungo, adora l'accelerazione virulenta e - in buona sostanza - fa godere tutti noi come tanti ricci erotomani. Certo, spesso ti incazzi, e anche oggi l'attaccapanni l'ho abbattuto a calci durante il tie e l'ultimo game, ma tanto ne ho una scorta. Al giorno d’oggi, poi, se ci pensate gli attaccapanni sono l’unica cosa che conti meno di Orfini.
(Poiché talora vi è addirittura grazia diffusa, non manco di ricordarvi la vittoria di Tenenbaum Tsitsi sul Muro Serbo e la semi in Francia del 18enne Peccatore)
Con questo risultato Berrettini è 11 al mondo. Best ranking. Un’eventuale finale lo proietterebbe nella top ten, ma lì è davvero questione di settimane perché a breve molti scenderanno per via delle cambiali in scadenza (Nishikori, Khachanov). Non solo: Matthew è ottavo nella Race, la classifica che conta per qualificarsi a Londra. Ha superato Bautista Agut e distanziato un po’ Goffin, ma il Tedesco Pinolo gli sta ancora davanti.
Domani Matthew affronterà in semi proprio la iattura travestita da ariano. Indossa oscene cavezze al collo, ha il fisico dei lungagnoni allampanati che al liceo ci provavano con la tua fidanzata e la sua simpatia quando esulta ha un che di Goring. Chi - fino a ieri - sperava che Zverev fosse il nuovo dittatore del tennis odia il tennis. Sarà anche una sfida decisiva in ottica Masters di fine anno: chi vincerà, metterà una seria ipoteca. Purtroppo l'Ariano Fagiolato è tornato in forma, sta davanti a Berrettini nella Race e oggi ha provveduto a una macellazione francamente fastidiosa di Federer, autore però di una rimonta nel secondo set di pura bellezza.
Il Lungagnone Privo di Grazia è favorito, vendicherà l'onta patita a Roma e ci ricorderà che la vita è solo dolore. Intanto, però, vi sia lode e vi sia grazia. Matthew vive, regna, glorifica e santifica. Preghiamo.
25 min ·
Stamani, mentre correvo i miei 20 chilometri di ripetute, a un certo punto una scossa indicibile mi ha fatto cadere. E' stato come un vento fortissimo, che mi ha sollevato da terra e divelto dalle fondamenta. Mentre mi rialzavo a fatica, mi son domandato: "Terremoto? Uragano? Apocalisse?". Poi ho capito: era Berrettini che provava il servizio a Shangai.
Matthew Berrettini, e lo chiamo Matthew perché a chiamarsi Matteo e avere talento oggi in Italia si fa parecchia fatica, è in semifinale al Masters 1000 di Shangai. Senza aver mai perduto un set. E senza aver mai ceduto oggi il servizio. Vi è grazia parossistica. Egli si è rivelato fiero eversore del numero 5 al mondo, il mai disprezzato Dominik Thiem. Ieri, in una delle risposte ai vostri tanti commenti, sostenevo come Fognini fosse chiusissimo (Medvedev da agosto in poi è ingocabile) mentre Matthew avesse chance, perché Thiem - fortissimo e fresco di un Atp 500 cinque giorni fa - è un campione ma sul veloce non è imbattibile. Infatti.
Berrettini, che vi ricordo non gioca ma delizia, ha dimostrato una volta di più una solidità fisica e mentale mai vista in Italia - non nel tennis - negli ultimi 747mila anni. Il suo unico patema ciclico è non chiudere subito i set e i match: era avanti 6-4 nel tie e ha dovuto aspettare il 10-8 (annullando un set point), era avanti 40-15 e 5-4 nel secondo e ha dovuto annullare due palle break. E' come se anelasse l'apparente martirio prima di divellere appieno. E nel frattempo tu sacramenti lucidamente.
In lui vi è però grazia, mai dimenticarlo, unita a una ferocia garbata - uno degli ossimori che più adoro in lui - e ad una sorta di propensione alla magnificenza timida. Il suo servizio sa essere maglio, il suo dritto è una sentenza come la Colt di Clint, il suo rovescio è migliorato a velocità impensabile. Egli tiene lo scambio lungo, adora l'accelerazione virulenta e - in buona sostanza - fa godere tutti noi come tanti ricci erotomani. Certo, spesso ti incazzi, e anche oggi l'attaccapanni l'ho abbattuto a calci durante il tie e l'ultimo game, ma tanto ne ho una scorta. Al giorno d’oggi, poi, se ci pensate gli attaccapanni sono l’unica cosa che conti meno di Orfini.
(Poiché talora vi è addirittura grazia diffusa, non manco di ricordarvi la vittoria di Tenenbaum Tsitsi sul Muro Serbo e la semi in Francia del 18enne Peccatore)
Con questo risultato Berrettini è 11 al mondo. Best ranking. Un’eventuale finale lo proietterebbe nella top ten, ma lì è davvero questione di settimane perché a breve molti scenderanno per via delle cambiali in scadenza (Nishikori, Khachanov). Non solo: Matthew è ottavo nella Race, la classifica che conta per qualificarsi a Londra. Ha superato Bautista Agut e distanziato un po’ Goffin, ma il Tedesco Pinolo gli sta ancora davanti.
Domani Matthew affronterà in semi proprio la iattura travestita da ariano. Indossa oscene cavezze al collo, ha il fisico dei lungagnoni allampanati che al liceo ci provavano con la tua fidanzata e la sua simpatia quando esulta ha un che di Goring. Chi - fino a ieri - sperava che Zverev fosse il nuovo dittatore del tennis odia il tennis. Sarà anche una sfida decisiva in ottica Masters di fine anno: chi vincerà, metterà una seria ipoteca. Purtroppo l'Ariano Fagiolato è tornato in forma, sta davanti a Berrettini nella Race e oggi ha provveduto a una macellazione francamente fastidiosa di Federer, autore però di una rimonta nel secondo set di pura bellezza.
Il Lungagnone Privo di Grazia è favorito, vendicherà l'onta patita a Roma e ci ricorderà che la vita è solo dolore. Intanto, però, vi sia lode e vi sia grazia. Matthew vive, regna, glorifica e santifica. Preghiamo.
Andrea Scanzi
7 min ·
PECCATORE FA PAURA
Stamattina, a un amico, ho scritto che oggi sarebbe stata una mattanza italica: tutti sconfitti Fognini, Travaglia, Mager e (nei challenger) Napolitano, Baldi e Vanni. Ci ho preso, e ho preso pure le modalità: Fognini osceno, Travaglia sconfitto con rimpianti, Mager incolpevole contro la marginale espressione demoniaca Carreno Busta. L'unico che aveva chance era paradossalmente quello messo peggio in classifica se paragonato all'avversario, Peccatore, opposto al rapper irricevibile Monfils nel secondo turno ad Anversa. Immaginavo una sconfitta in tre di Peccatore, dopo aver vinto il primo e perso il secondo 7-5 o 7-6 (magari con match point sprecato). Ma Peccatore è andato oltre: ha fatto letteralmente scempio dell'inaccettabile transalpino, procedendo a una mattanza financo eccessiva. 6-3 6-2 e tanto, troppo sangue nel selciato. Spaventoso. Grand guignol puro.
La storia del tennis italiano maschile è piena di falsi fenomeni. In questi decenni ho dovuto leggere previsioni apologetiche su Nargiso, Virgili, Quinzi e Nardella. Lasciate stare questi nomi: Peccatore, 18 anni da poco, altoatesino, è il classico predestinato. Predestinato veri. E' nato così forte che, per un po', si è pure permesso di fare lo sciatore. Poi ha cominciato sul serio col tennis. E' così sicuro di sé da aver saltato l'interregno juniores. Ha subito esordito coi grandi, e quest'anno ha vinto challenger e futures a raffica scalando il ranking, per poi vincere nel circuito maggiore e giocare per lunghi tratti alla pari con Wawrinka agli Us Open.
Nella vita può accadere di tutto, ci sono gli infortuni e c'è l'imponderabile, ma Peccatore è un predestinato. Dei nati nel 2001 è il più forte al mondo e, tra un anno, potrebbe fare quel che il canadese Auger-Aliassime ha fatto nel 2019. Entrerà a breve nei 100 (ora è 108 con la vittoria di oggi) e, già adesso, per me vale con agio i primi 50. A stare bassi. Lo trovo meno bello ed emozionante di Berrettini, ma è più prescelto e predestinato di Matthew: se Berrettini entrerà a breve nei 10, può farlo (e restarci) anche Peccatore. Eccome.
Come gioca Peccatore? Per un po' mi ha ricordato Murray, ed esteticamente non è un complimento. Anzi. Lo scozzese è tennisticamente brutto come il vaiolo. Ma non è esatto sino in fondo: Peccatore lo ricorda nel fisico segaligno e nella meccanica dei colpi, ma è meno pallettaro e più picchiatore. Oserei direi che è un agassiano 2.0.
Il servizio è buono, ma ha ancora margini. A rete è una mezza chiavica, ma crescerà. Da fondo campo fa PAURA: la sa naturalezza è quasi obnibilante. Picchia e martella di continuo, non ha mai paura, sbaglia e un attimo dopo rimonta. Mentalmente solidissimo. La pallina, dal piatto corde, gli esc con quel "toc" pulitissimo che hanno solo i campioni in erba. E' lucido tatticamente, non è freddo e palloso come il corregionale Seppi (ci vuol poco) ma ne ha la serietà e l'abnegazione. Esulta, senza però mai accontentarsi del colpo fine a se stesso. Oggi Monfils era impotente, e parliamo di un ex top ten che si sta giocando la chance del Masters di fine anno. Domani parte alla pari con Tiafoe nei quarti, mentre in semi con il pingue Stan o l'orrido Simon lo vedrei sfavorito. Non mettiamogli fretta: ha tutto per avere una carriera pazzesca. Con lui, Berrettini, i tanti tennisti da 50-100 che abbiamo e - in prospettiva - Musetti, Zeppieri e Nardi l'Italtennis maschile può avere un futuro (prossimo) oltremodo roseo. Viva!
7 min ·
PECCATORE FA PAURA
Stamattina, a un amico, ho scritto che oggi sarebbe stata una mattanza italica: tutti sconfitti Fognini, Travaglia, Mager e (nei challenger) Napolitano, Baldi e Vanni. Ci ho preso, e ho preso pure le modalità: Fognini osceno, Travaglia sconfitto con rimpianti, Mager incolpevole contro la marginale espressione demoniaca Carreno Busta. L'unico che aveva chance era paradossalmente quello messo peggio in classifica se paragonato all'avversario, Peccatore, opposto al rapper irricevibile Monfils nel secondo turno ad Anversa. Immaginavo una sconfitta in tre di Peccatore, dopo aver vinto il primo e perso il secondo 7-5 o 7-6 (magari con match point sprecato). Ma Peccatore è andato oltre: ha fatto letteralmente scempio dell'inaccettabile transalpino, procedendo a una mattanza financo eccessiva. 6-3 6-2 e tanto, troppo sangue nel selciato. Spaventoso. Grand guignol puro.
La storia del tennis italiano maschile è piena di falsi fenomeni. In questi decenni ho dovuto leggere previsioni apologetiche su Nargiso, Virgili, Quinzi e Nardella. Lasciate stare questi nomi: Peccatore, 18 anni da poco, altoatesino, è il classico predestinato. Predestinato veri. E' nato così forte che, per un po', si è pure permesso di fare lo sciatore. Poi ha cominciato sul serio col tennis. E' così sicuro di sé da aver saltato l'interregno juniores. Ha subito esordito coi grandi, e quest'anno ha vinto challenger e futures a raffica scalando il ranking, per poi vincere nel circuito maggiore e giocare per lunghi tratti alla pari con Wawrinka agli Us Open.
Nella vita può accadere di tutto, ci sono gli infortuni e c'è l'imponderabile, ma Peccatore è un predestinato. Dei nati nel 2001 è il più forte al mondo e, tra un anno, potrebbe fare quel che il canadese Auger-Aliassime ha fatto nel 2019. Entrerà a breve nei 100 (ora è 108 con la vittoria di oggi) e, già adesso, per me vale con agio i primi 50. A stare bassi. Lo trovo meno bello ed emozionante di Berrettini, ma è più prescelto e predestinato di Matthew: se Berrettini entrerà a breve nei 10, può farlo (e restarci) anche Peccatore. Eccome.
Come gioca Peccatore? Per un po' mi ha ricordato Murray, ed esteticamente non è un complimento. Anzi. Lo scozzese è tennisticamente brutto come il vaiolo. Ma non è esatto sino in fondo: Peccatore lo ricorda nel fisico segaligno e nella meccanica dei colpi, ma è meno pallettaro e più picchiatore. Oserei direi che è un agassiano 2.0.
Il servizio è buono, ma ha ancora margini. A rete è una mezza chiavica, ma crescerà. Da fondo campo fa PAURA: la sa naturalezza è quasi obnibilante. Picchia e martella di continuo, non ha mai paura, sbaglia e un attimo dopo rimonta. Mentalmente solidissimo. La pallina, dal piatto corde, gli esc con quel "toc" pulitissimo che hanno solo i campioni in erba. E' lucido tatticamente, non è freddo e palloso come il corregionale Seppi (ci vuol poco) ma ne ha la serietà e l'abnegazione. Esulta, senza però mai accontentarsi del colpo fine a se stesso. Oggi Monfils era impotente, e parliamo di un ex top ten che si sta giocando la chance del Masters di fine anno. Domani parte alla pari con Tiafoe nei quarti, mentre in semi con il pingue Stan o l'orrido Simon lo vedrei sfavorito. Non mettiamogli fretta: ha tutto per avere una carriera pazzesca. Con lui, Berrettini, i tanti tennisti da 50-100 che abbiamo e - in prospettiva - Musetti, Zeppieri e Nardi l'Italtennis maschile può avere un futuro (prossimo) oltremodo roseo. Viva!
effe [del] to
Barros
e intanto sinner va in semi ad anversa con già in mano la wc per l'accesso al 500 di vienna
dovrei far 2 conti ma mi sa che sta semi vuol dire top100