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Subject: Tennis
Oggi Federer esce subendo un 6-0 nel terzo set... roba triste ma ci sta ormai... capiterà anche a Djoko un giorno ma non credo questa settimana
se non erro solo un certo Boris vinse Halle e poi Wimbledon...
Parli del Queen's credo....
Accoppiate queen's-wimbledon:
John McEnroe nel 1981 e 1984, Jimmy Connors nel 1982, Boris Becker nel 1985, Pete Sampras nel 1995 e 1999, Lleyton Hewitt nel 2002, Rafael Nadal nel 2002 e Andy Murray nel 2013 e 2016.
Accoppiate queen's-wimbledon:
John McEnroe nel 1981 e 1984, Jimmy Connors nel 1982, Boris Becker nel 1985, Pete Sampras nel 1995 e 1999, Lleyton Hewitt nel 2002, Rafael Nadal nel 2002 e Andy Murray nel 2013 e 2016.
Tutti grandissimi, sarebbe bello un Berrettini 2021 :-)
Con Hurcacz io non darei vittoria scontata ma può farcela sicuramente. Previsione, vince al quinto. Poi l'eventuale finale con Djokovic servirebbe l'impresa
Con Hurcacz io non darei vittoria scontata ma può farcela sicuramente. Previsione, vince al quinto. Poi l'eventuale finale con Djokovic servirebbe l'impresa
parlavo del Queens e la statistica particolare è che Berrettini se dovesse ripetersi sarebbe il secondo esordiente (al queens) dopo becker a fare doppietta queens-wimbledon
Ah avevi solo scritto halle (in Germania) al posto di queen's (Londra) e non specificato da esordiente, per il resto Boris si capiva chi era :-)
te ghe rason, pensavo una cosa e ne ho scritta un'altra e pure sbagliata ^^
E così ci siamo; un italiano in finale nel torneo di tennis più prestigioso. Ho sperato che lo vincessero pure Canè e Camporese quindi con Berrettini la speranza è almeno quadruplicata
Io all'epoca mi esaltai anche per Nargiso che vinse wimbledon juniores
grande matthew!!!
Egli vive, glorifica, munifica, miniaturizza e divelle.
Egli è Grande. Preghiamo.
Oggi è uno dei giorni più belli nella storia dello sport italiano. Chi ama il tennis come nessun altro sport ricorderà questo giorno come il Santo Natale. Di più: lo ricorderà come il vecchio Clint ricorda Meryl Streep nel mitologico I ponti di Madison County.
Egli vive, scintilla, divinizza, punisce, imperversa e divelle.
Egli è grande. Preghiamo.
Matthew è in finale a Wimbledon. Lo ripeto, perché tremano le gambe anche solo a scriverlo: Matthew è in finale a Wimbledon. Nessun italiano si era mai spinto così in alto. Non a Wimbledon.
Ora posso dirlo: dopo averlo visto vincere al Queen’s, l’ho sperato che arrivasse in finale. Ci stava. Poteva farlo. Mi son detto: “Se non lo sorteggiano dalla parte di Nole, Matthew può arrivare in finale”. E quando ho poi visto il tabellone, ho avuto la netta percezione di come domenica 11 luglio potessimo avere in finale tanto lui come l’Italia (avevo scommesso con gli amici Nole-Matthew e Italia-Germania: ho sbagliato di poco). È gioia inaudita, è festa nazionale. È torcida indefessa.
Egli vive, mortifica, domina, devasta, deflagra e si fa tonitruante. Per poi alfine divellere. Con ciò glorificando.
Egli è grande. Preghiamo.
Oggi Berrettini, il Pupillo (e lo chiamo così da quattro anni, non come certa gente che sale sul carro solo adesso) non ha giocato: ha incenerito. Hurkacz, l’uomo che ebbe a punire Sinner, che ebbe a deflagrare Medvedev e che ebbe a ricordare financo a Federer la sua natura mortale, oggi è stato macellato come Scalfarotto nelle scene iniziali di Per un pugno di dollari. Unico passaggio a vuoto, i primi quattro punti del tiebreak del terzo set. Per il resto un dominio. Sangue ovunque. Grand guignol tonitruante, macellazione purificante.
Mentalmente Matthew non è un uomo: è una sentenza. Lui non serve: redime. Lui non fa ace: battezza.
Servizio mai perduto. Un solo doppio fallo (il primo quindici sul 5/4 quarto set). Siamo di fronte a un ragazzo straordinario, a un campione, a un semidio tennistico. Chi riteneva Berrettini “sopravvalutato” si butti nella Chiana, è troppo stupido per vivere (cit).
Egli vive. Egli è grande. Sono felice come un bambino. Godo come un riccio. E in finale a Wimbledon, adesso, con Berrettini ci siamo anche noi.
Quando tornate a casa, date una carezza ai vostri figli per poi dirgli: “Sorridi. Non sono io a carezzarti, è Berrettini che ti sta avvolgendo con una prima di servizio”.
Sia Lode!
(Un applauso grande così al suo allenatore Vincenzo Santopadre. Fenomeno totale, senza il quale nulla sarebbe mai potuto accadere)
Egli vive, glorifica, munifica, miniaturizza e divelle.
Egli è Grande. Preghiamo.
Oggi è uno dei giorni più belli nella storia dello sport italiano. Chi ama il tennis come nessun altro sport ricorderà questo giorno come il Santo Natale. Di più: lo ricorderà come il vecchio Clint ricorda Meryl Streep nel mitologico I ponti di Madison County.
Egli vive, scintilla, divinizza, punisce, imperversa e divelle.
Egli è grande. Preghiamo.
Matthew è in finale a Wimbledon. Lo ripeto, perché tremano le gambe anche solo a scriverlo: Matthew è in finale a Wimbledon. Nessun italiano si era mai spinto così in alto. Non a Wimbledon.
Ora posso dirlo: dopo averlo visto vincere al Queen’s, l’ho sperato che arrivasse in finale. Ci stava. Poteva farlo. Mi son detto: “Se non lo sorteggiano dalla parte di Nole, Matthew può arrivare in finale”. E quando ho poi visto il tabellone, ho avuto la netta percezione di come domenica 11 luglio potessimo avere in finale tanto lui come l’Italia (avevo scommesso con gli amici Nole-Matthew e Italia-Germania: ho sbagliato di poco). È gioia inaudita, è festa nazionale. È torcida indefessa.
Egli vive, mortifica, domina, devasta, deflagra e si fa tonitruante. Per poi alfine divellere. Con ciò glorificando.
Egli è grande. Preghiamo.
Oggi Berrettini, il Pupillo (e lo chiamo così da quattro anni, non come certa gente che sale sul carro solo adesso) non ha giocato: ha incenerito. Hurkacz, l’uomo che ebbe a punire Sinner, che ebbe a deflagrare Medvedev e che ebbe a ricordare financo a Federer la sua natura mortale, oggi è stato macellato come Scalfarotto nelle scene iniziali di Per un pugno di dollari. Unico passaggio a vuoto, i primi quattro punti del tiebreak del terzo set. Per il resto un dominio. Sangue ovunque. Grand guignol tonitruante, macellazione purificante.
Mentalmente Matthew non è un uomo: è una sentenza. Lui non serve: redime. Lui non fa ace: battezza.
Servizio mai perduto. Un solo doppio fallo (il primo quindici sul 5/4 quarto set). Siamo di fronte a un ragazzo straordinario, a un campione, a un semidio tennistico. Chi riteneva Berrettini “sopravvalutato” si butti nella Chiana, è troppo stupido per vivere (cit).
Egli vive. Egli è grande. Sono felice come un bambino. Godo come un riccio. E in finale a Wimbledon, adesso, con Berrettini ci siamo anche noi.
Quando tornate a casa, date una carezza ai vostri figli per poi dirgli: “Sorridi. Non sono io a carezzarti, è Berrettini che ti sta avvolgendo con una prima di servizio”.
Sia Lode!
(Un applauso grande così al suo allenatore Vincenzo Santopadre. Fenomeno totale, senza il quale nulla sarebbe mai potuto accadere)
Domanda agli esperti ,come mai questo exploit di tennisti italiani di alto livello in questo periodo?