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Subject: NBA
dè ma quando baggio giocava nel brescia qualche partita la tirarono fori, con jordan ai wizards solo entrate alla biglietteria
Te lo sei già scordato quando gli dettero del bollito e lui la sera dopo fece 51?Matte lascia perde...
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A scanso di equivoci,da wiki:
Il secondo ritorno: i Washington Wizards [modifica]
Nel 2001 i tifosi di tutto il mondo vengono colti di sopresa quando si comincia a diffondere l'ipotesi di un secondo ritorno di Air. Jordan decide di fare un passo in più, e da proprietario dei Washington Wizards torna ad essere giocatore. Questa volta la sua dichiarazione ai giornalisti tradisce le sue intenzioni e la sua concezione della pallacanestro, affermando di voler tornare unicamente "for the love of the game", ovvero "per amore del gioco".
Incredibile è l'interesse mediatico che si produce intorno al suo ritorno sul campo, e gli Wizards diventano in un lampo una delle squadre più seguite dell'intera NBA.
Durante le due stagioni nella nuova squadra, Jordan percepisce un compenso simbolico di un milione di dollari, devoluto interamente in beneficenza alle famiglie delle vittime degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001.[15][16] Nonostante l'età, 38 anni, ed un infortunio che lo tiene fuori per parte della stagione 2001-02, partecipa naturalmente al suo 14° All-Star Game, a Filadelfia, dove riesce come sempre a creare spettacolo, con la sua classe e il suo talento. La sua prima stagione come Wizards finisce comunque con una media di 22,9 punti a partita[2].
Nella stagione 2002-03 ottiene una media di 20 punti a partita[2] e partecipa ancora una volta, l'ultima, all'All-Star Game, ad Atlanta, dove l'intera manifestazione viene organizzata per essere un tributo a MJ. Le divise della partita delle stelle furono fatte a copia delle divise dell'All-Star Game del 1988 di Chicago, nel quale Michael fu eletto per la prima volta MVP, e nell'intervallo il tributo al più grande di sempre, si realizzò sulle note di Hero, cantate da Mariah Carey, vestita per l'occasione con un abito che rappresentava insieme la maglia n°23 dei Washington Wizards e quella dei Chicago Bulls. Ripresa la partita, a circa tre secondi dalla fine, riesce a segnare uno splendido tiro in fade-away che sembrerebbe regalare la competizione alla squadra dell'Est; tuttavia, un fallo su Kobe Bryant effettuato da Jermaine O'Neal all'ultimo secondo riesce a ribaltare la situazione e tutto si conclude in una vittoria di 155 a 145 per l'Ovest, dopo un doppio overtime.
Nel corso della stagione, Jordan diventa il giocatore più anziano (38 anni) dell'NBA a segnare più di 40 punti in una partita, mettendone a segno 45 contro i New Jersey Nets e nello stesso fine settimana, a scanso di equivoci, realizzandone 51 contro gli Charlotte Hornets. La stagione seguente ne realizza altri 45 (migliorando quindi il record) contro i New Orleans Hornets. Nonostante i suoi sforzi, però, Jordan non riesce a coinvolgere fino in fondo i compagni ed a formare un gruppo valido né nella stagione 2001-02 né in quella seguente, non riuscendo a portare i Washington Wizards ai play-off. Questo a dispetto della presenza di numerosi giovani di talento come Richard Hamilton (scambiato per Jerry Stackhouse ad inizio stagione 2002-03) il quale farà poi fortuna con i Detroit Pistons o come Larry Hughes finito poi fuori rotazione. Verso la fine della stagione 2002-03 Jordan viene addirittura isolato da alcuni compagni i quali cominciano a trovare opprimenti i suoi metodi di allenamento e gestione della squadra. Queste stesse motivazioni saranno alla base del suo licenziamento in qualità di presidente da parte del proprietario Abe Pollin. Le ultime partite di Air in giro per le arene della NBA diventano momenti per i fan avversari di dare un ultimo grande saluto al Jordan giocatore, prima passando dalla sua Chicago, per l'ultima partita nel "suo" United Center, per arrivare a Filadelfia, da Allen Iverson, alla 82a partita di stagione regolare, dove si potrà assistere all'ultima sua schiacciata e all'ultimo tiro della sua carriera: un tiro libero che gli farà raggiungere i 20 punti di media in stagione.
Uscendo dalla partita a poco più di un minuto dal termine, avviene una standing ovation di tifosi, giocatori e addetti ai lavori, che costringe a fermare la partita per diversi minuti, mentre dal pubblico avversario si alza il coro "We Want Mike!".
Ma è veramente finita. È l'ultima apparizione su un parquet di Michael Jordan che, visibilmente emozionato, dopo aver salutato i giocatori avversari e gli amici presenti, si avvia verso gli spogliatoi.
Il secondo ritorno: i Washington Wizards [modifica]
Nel 2001 i tifosi di tutto il mondo vengono colti di sopresa quando si comincia a diffondere l'ipotesi di un secondo ritorno di Air. Jordan decide di fare un passo in più, e da proprietario dei Washington Wizards torna ad essere giocatore. Questa volta la sua dichiarazione ai giornalisti tradisce le sue intenzioni e la sua concezione della pallacanestro, affermando di voler tornare unicamente "for the love of the game", ovvero "per amore del gioco".
Incredibile è l'interesse mediatico che si produce intorno al suo ritorno sul campo, e gli Wizards diventano in un lampo una delle squadre più seguite dell'intera NBA.
Durante le due stagioni nella nuova squadra, Jordan percepisce un compenso simbolico di un milione di dollari, devoluto interamente in beneficenza alle famiglie delle vittime degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001.[15][16] Nonostante l'età, 38 anni, ed un infortunio che lo tiene fuori per parte della stagione 2001-02, partecipa naturalmente al suo 14° All-Star Game, a Filadelfia, dove riesce come sempre a creare spettacolo, con la sua classe e il suo talento. La sua prima stagione come Wizards finisce comunque con una media di 22,9 punti a partita[2].
Nella stagione 2002-03 ottiene una media di 20 punti a partita[2] e partecipa ancora una volta, l'ultima, all'All-Star Game, ad Atlanta, dove l'intera manifestazione viene organizzata per essere un tributo a MJ. Le divise della partita delle stelle furono fatte a copia delle divise dell'All-Star Game del 1988 di Chicago, nel quale Michael fu eletto per la prima volta MVP, e nell'intervallo il tributo al più grande di sempre, si realizzò sulle note di Hero, cantate da Mariah Carey, vestita per l'occasione con un abito che rappresentava insieme la maglia n°23 dei Washington Wizards e quella dei Chicago Bulls. Ripresa la partita, a circa tre secondi dalla fine, riesce a segnare uno splendido tiro in fade-away che sembrerebbe regalare la competizione alla squadra dell'Est; tuttavia, un fallo su Kobe Bryant effettuato da Jermaine O'Neal all'ultimo secondo riesce a ribaltare la situazione e tutto si conclude in una vittoria di 155 a 145 per l'Ovest, dopo un doppio overtime.
Nel corso della stagione, Jordan diventa il giocatore più anziano (38 anni) dell'NBA a segnare più di 40 punti in una partita, mettendone a segno 45 contro i New Jersey Nets e nello stesso fine settimana, a scanso di equivoci, realizzandone 51 contro gli Charlotte Hornets. La stagione seguente ne realizza altri 45 (migliorando quindi il record) contro i New Orleans Hornets. Nonostante i suoi sforzi, però, Jordan non riesce a coinvolgere fino in fondo i compagni ed a formare un gruppo valido né nella stagione 2001-02 né in quella seguente, non riuscendo a portare i Washington Wizards ai play-off. Questo a dispetto della presenza di numerosi giovani di talento come Richard Hamilton (scambiato per Jerry Stackhouse ad inizio stagione 2002-03) il quale farà poi fortuna con i Detroit Pistons o come Larry Hughes finito poi fuori rotazione. Verso la fine della stagione 2002-03 Jordan viene addirittura isolato da alcuni compagni i quali cominciano a trovare opprimenti i suoi metodi di allenamento e gestione della squadra. Queste stesse motivazioni saranno alla base del suo licenziamento in qualità di presidente da parte del proprietario Abe Pollin. Le ultime partite di Air in giro per le arene della NBA diventano momenti per i fan avversari di dare un ultimo grande saluto al Jordan giocatore, prima passando dalla sua Chicago, per l'ultima partita nel "suo" United Center, per arrivare a Filadelfia, da Allen Iverson, alla 82a partita di stagione regolare, dove si potrà assistere all'ultima sua schiacciata e all'ultimo tiro della sua carriera: un tiro libero che gli farà raggiungere i 20 punti di media in stagione.
Uscendo dalla partita a poco più di un minuto dal termine, avviene una standing ovation di tifosi, giocatori e addetti ai lavori, che costringe a fermare la partita per diversi minuti, mentre dal pubblico avversario si alza il coro "We Want Mike!".
Ma è veramente finita. È l'ultima apparizione su un parquet di Michael Jordan che, visibilmente emozionato, dopo aver salutato i giocatori avversari e gli amici presenti, si avvia verso gli spogliatoi.
az non arrivò un anno ai playoffs? ne ero convinto cacchio
No,purtroppo aveva puntato molto su Kwame Brown che deluse molto,avendo solo 19 anni..il resto della squadra,escluso Rip Hamilton,che però giocava nel suo ruolo e Jerry Stackhouse poi,non fornirono il contributo adeguato.
guarda che dai solo spago al mi discorso perchè:
-seppur facesse anche 40 punti a partita non ha tirato fuori le partite necessarie per arrivare a grandi livelli
-coi bulls avevano una grande squadra, non era lui da solo a giocare
-le partite non si vincono da soli (metti bryant nei knight poi si vede se vanno in finale...io dico di no)
perciò secondo me avere una bestia e 4 schiappe non vale una squadra bilanciata tipo i nuggets (che infatti son arrivati alla semifinali)
-seppur facesse anche 40 punti a partita non ha tirato fuori le partite necessarie per arrivare a grandi livelli
-coi bulls avevano una grande squadra, non era lui da solo a giocare
-le partite non si vincono da soli (metti bryant nei knight poi si vede se vanno in finale...io dico di no)
perciò secondo me avere una bestia e 4 schiappe non vale una squadra bilanciata tipo i nuggets (che infatti son arrivati alla semifinali)
Forse ti dovresti chiedere come sarebbero stati gli Wizards senza MJ :D
Cmq è un gioco di squadra ....
Cmq è un gioco di squadra ....
Io sono già in clima partita...ci sono altri svegli in attesa che inizi?
I Turkoglu e i Lewis fanno la squadra, non Howard
Io ero sveglio per l'ultimo quarto, ho resisito 5 minuti e poi sono tornato a letto :D
Percentuali al tiro di Orlando pessime, e Lakers molto molto bene in difesa.
Io però sono dell'opionione che se Orlando non si demoralizza dopo questa batosta può ancora dire la sua in questa serie, certo devono migliorare di parecchio le percentuali!
Percentuali al tiro di Orlando pessime, e Lakers molto molto bene in difesa.
Io però sono dell'opionione che se Orlando non si demoralizza dopo questa batosta può ancora dire la sua in questa serie, certo devono migliorare di parecchio le percentuali!
sono un ignorante totale, ma questa finale mi sembra simile a quella dell'anno scorso, dove si fronteggiavano una squadra fatta e finita contro un fenomeno coadiuvato da dei buoni giocatori. Ed appena il fenomeno ha iniziato a perdere lucidità, la squadra avversaria ha vinto facile.
Ma non conoscendo Orlando mi posso sbagliare :)
Ma non conoscendo Orlando mi posso sbagliare :)
Credo che quest'anno sia differente la questione.Orlando non credo abbia un giocatore in grado di marcare il fenomeno,come fu l'anno scorso per Boston con Pierce e Allen.In più LA ha dalla sua il fattore campo e un certo Trevor Ariza che sta facendo mirabilie.Poi Gasol è cresciuto molto rispetto all'anno passato e ha giocato praticamente tutto l'anno senza infortuni.