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Subject: [Scienza] Astronomia

2021-01-09 21:53:03
[url=https://imgbb.com/][/url]

Ecco la Luna… vista da dietro e da oltre un milione di km di distanza!
Questa immagine letteralmente EPICa proviene dal satellite DSCOVR (Deep Space Climate Observatory), catturate dalla Earth Polychromatic Imaging Camera (EPIC, appunto): la Luna si trova esattamente di fronte alla sfera terrestre illuminata dal Sole, in un quadro di rara bellezza sullo sfondo oscuro dello spazio profondo. La data di scatto è il 16 luglio 2015.
Queste sono immagini che possiamo vedere soltanto un paio di volte l'anno: il satellite DISCOVR mantiene costantemente il suo occhio puntato sul lato illuminato della Terra, con lo scopo di studiarne il sistema atmosferico, l'ozono e la vegetazione, e nel suo movimento attraversa il piano orbitale della Luna appunto due volte l'anno. Come potete vedere, il lato nascosto della Luna è completamente diverso da quello rivolto verso la Terra: sono infatti completamente assenti, ad esempio, le grandi pianure basaltiche, i cosiddetti mari, visibili anche ad occhio nudo da terra.
Ricordo che la Luna mostra sempre la stessa faccia al nostro pianeta a causa del blocco mareale che la Terra esercita sul nostro satellite.
2021-01-12 15:43:05
Plutone in cfr con l'Australia

2021-02-18 15:42:58
oh, stasera atterra Perseverance!

orario 21:45. Io son riuscito a far interessare mio figlio e stasera ce lo guardiamo insieme :)))
2021-02-18 15:50:01
atterrerà qui

[url=https://ibb.co/dptm0TL][/url]

in quello che sembra quasi certo fosse un vecchio delta di un fiume. Vi lascio un post a riguardo..

Vedete quella serpentina scolpita nella roccia, segno inequivocabile dello scorrere di un fiume? E quei depositi che ricordano i depositi del delta di un fiume, immediatamente all'interno di questa gigantesca depressione?

Stiamo davvero vedendo un antico fiume marziano che si immetteva all'interno del lago che riempiva il cratere meteorico Jezero, ed è proprio QUI che domani atterrerà il rover Peseverance!

Questo è un luogo straordinariamente unico su Marte, per la sua importanza geologica e astrobiologica: se la vita è mai esistita su Marte, questo è uno dei luoghi in cui possiamo concretamente trovarne delle tracce (le cosiddette biosegnature). Uno degli obiettivi del rover sarà recuperare dei campioni di terreno per poi riportarli, con altre missioni, sulla Terra

La straordinarietà di questo posto è molteplice: prima di tutto la presenza massiccia di carbonati, minerali che si formano in presenza di acqua e capaci proprio di intrappolare nella loro struttura le tracce di vita antica. Il cratere Jezero è l'unico posto su Marte dove si ha la certezza della presenza di minerali carbonati esattamente in corrispondenza dell'antica linea di costa di un lago. I laghi alcalini che producono carbonati sulla Terra sono quasi sempre abitati da stromatoliti, grandi cupole mineralizzate create da strati di "tappeti" microbici note per preservare alcune delle più chiare biosignature di miliardi di anni fa sul nostro pianeta. Anche se non sappiamo se potremmo trovare stromatoliti su Marte, questo ambiente lacustre potrebbe essere una straordinaria miniera di tracce di vita passa marziana.

Ma non è tutto: questo luogo è ricco anche di olivine, un minerale presente nelle rocce magmatiche e che aiuterebbe a ricostruire e datare in modo preciso la storia vulcanica di Marte. L'olivina qui presente potrebbe essere stata eruttata da colossali esplosioni vulcaniche in seguito all'impatto che ha generato la Isidis Planitia, una gigantesco cratere creato da un impatto miliardi di anni fa e che generò un enorme oceano.

MANCA SEMPRE MENO! Go Perseverance!

Matteo
2021-02-18 16:50:58
Non me lo perderò neanche sotto tortura!!

FI-NAL-MEN-TE!!
2021-02-18 17:53:41
Ci sono!
2021-02-18 18:16:00
dov'è la diretta?
2021-02-18 22:20:46


Estinzione dei dinosauri: forse è stata una cometa
Una nuova teoria circa l’origine del grande impattore che ha causato l’estinzione di massa del Cretaceo – in cui scomparvero i dinosauri, e con essi tre quarti delle specie animali e vegetali esistenti – è stata pubblicata oggi su Scientific Reports. Secondo lo studio, impattori come questo e altri che hanno caratterizzato la storia geologica della Terra proverrebbero dalla disgregazione di comete a lungo periodo, e non da asteroidi
Valentina Guglielmo 15/02/2021

Aveva un diametro di decine di chilometri e 66 milioni di anni fa, schiantandosi sulla Terra, ha cambiato per sempre la storia.

L’impattore Chicxulub (pronunciato Chicks-uh-lub) ha lasciato un cratere che si estende per quasi 150 km e raggiunge circa i 20 km in profondità. È proprio a lui che si attribuisce il devastante impatto sulla costa del Messico che ha decretato la fine del regno dei dinosauri, innescando la repentina estinzione di massa di quasi tre quarti delle specie vegetali e animali che vivevano sulla Terra in quell’epoca.

Dove ha avuto origine l’asteroide (o la cometa) responsabile dell’impatto, e come è arrivato a colpire la Terra? Una nuova risposta arriva oggi da uno studio pubblicato su Scientific Reports e guidato da Amir Siraj e Abraham “Avi” Loeb – autore, quest’ultimo, di un recente libro di successo, Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth, in cui si avanza l’ipotesi che l’asteroide Oumuamua sia il relitto di un manufatto alieno.

Ma concentriamoci sulla nuova teoria, che promette finalmente di spiegare l’origine e il viaggio dell‘oggetto distruttore. Utilizzando analisi statistiche e simulazioni gravitazionali, gli autori hanno mostrato come una frazione delle comete a lungo periodo – così chiamate poiché impiegano più di 200 anni per orbitare intorno al Sole – provenienti dalla nube di Oort sia stata portata fuori rotta dal campo gravitazionale di Giove e deviata nelle vicinanze della nostra stella, che le ha fatte a pezzi per azione delle forze mareali. La diretta conseguenza di questa frammentazione è stata l’aumento del tasso di comete simili a Chicxulub.

«Fondamentalmente, Giove agisce come una specie di flipper», commenta Siraj, primo autore dell’articolo e studente di Loeb. «Giove spinge queste comete di lungo periodo su orbite che le portano molto vicine al Sole». Sarebbe questa la ragione per cui le comete di lungo periodo vengono chiamate anche sun grazers (in italiano, comete radenti). La caratteristica principale di questi passaggi, sottolineano gli autori, non è la fusione che avviene in prossimità della nostra stella – che interessa invero una frazione piuttosto piccola rispetto alla massa totale – ma la forza di marea indotta dell’estrema vicinanza: il lato della cometa più vicino al Sole subisce un’attrazione gravitazionale maggiore rispetto al lato più lontano, e il risultato è quello che viene chiamato un “evento di disgregazione mareale”: una frammentazione in comete più piccole. Secondo la teoria di Siraj e Loeb, in questo modo la probabilità che le comete di lungo periodo impattino la Terra aumenterebbe, nello scenario studiato, di circa un fattore 10, complice il fatto che circa il 20 per cento delle comete di lungo periodo diventano sun grazers – percentuale, quest’ultima, in linea con i risultati di altri astronomi. Un simile tasso di impatti sarebbe coerente con l’età di Chicxulub, e fornirebbe pertanto una spiegazione soddisfacente circa la sua origine e quella di altri impattori simili.

«Il nostro articolo fornisce una base per spiegare il verificarsi di questo evento», spiega Loeb. «Stiamo suggerendo che, se un corpo cometario si rompe mentre si avvicina al Sole, questo potrebbe dare origine a un tasso di eventi appropriato e a un tipo di impatto simile a quello che ha ucciso i dinosauri».

Nell’articolo, inoltre, gli autori sottolineano come la teoria riuscirebbe anche spiegare la composizione di molti degli impattori che, nel corso della storia, hanno colpita la Terra lasciando traccia in noti crateri. Se l’origine fosse, per alcuni di essi, la stessa di Chicxulub, la loro composizione dovrebbe essere per lo più simile a quella di un corpo primitivo – composto prevalentemente di condriti carbonacee – e diversa da quella che caratterizza gli asteroidi della fascia principale.

La verifica di questo aspetto potrebbe rivelarsi la chiave per comprendere quale ipotesi sull’origine di Chicxulub e di altri impattori sia da avvalorare. Una delle teorie più invalse vedrebbe infatti Chicxulub come il frammento di un asteroide molto più grande proveniente proprio dalla fascia principale – regione nella quale, però, appena un decimo di tutti gli asteroidi è composto di condriti carbonacee. Il contrario avviene per le comete di lungo periodo, e le evidenze ritrovate fino a oggi nel cratere Chicxulub e in altri crateri mostrano proprio una composizione simile a queste. Due esempi conformi alle analisi condotte nello studio riguardano il più grande cratere della storia della Terra – il cratere Vredefort in Sud Africa, generato da un corpo impattore circa due miliardi di anni fa – e il cratere Zhamanshin in Kazakistan, il più grande cratere confermato negli ultimi pochi milioni di anni.

A questo punto sorge una curiosità: questa nuova teoria cambia qualcosa in termini di frequenza degli impatti? In altre parole, qual è il rischio concreto di imbatterci in uno di questi corpi oggi? Il metodo di produzione di questi frammenti, secondo la teoria, potrebbe generare un corpo in rotta di collisione con la Terra una volta ogni 250mila – 730mila anni. Tempi scala piuttosto lunghi, per fortuna, come dimostra anche la storia recente del nostro pianeta.

Per confermare l’ipotesi avanzata da Loeb e Siraj occorrerà studiare ulteriormente i crateri di cui disponiamo sulla Terra e, assieme a questi, anche quelli presenti sulla superficie della Luna, in modo da determinare con maggiore accuratezza statistica la composizione chimica degli impattori. Anche le missioni spaziali che prevedono il campionamento di materiale cometario potrebbero essere d’aiuto e infine, grazie alla potenza osservativa del nuovo osservatorio Vera Rubin in Cile, gli astronomi potrebbero essere in grado di osservare direttamente, per la prima volta, la perturbazione mareale delle comete a lungo periodo.

«Dovremmo vedere piccoli frammenti arrivare sulla Terra più frequentemente dalla nube di Oort», dice Loeb. «Speriamo di poter testare la teoria acquisendo più dati sulle comete di lungo periodo, per avere statistiche migliori e magari analizzare alcuni frammenti».

Comprendere l’origine di Chicxulub, concludono gli autori, non è solo cruciale per risolvere un mistero della storia della Terra, ma potrebbe rivelarsi fondamentale nel caso in cui un evento simile minacciasse nuovamente il nostro pianeta. «Deve essere stato uno spettacolo incredibile», conclude Loeb, «ma non vorremmo averne esperienza diretta».

Per saperne di più:

Scientific Reports, “Breakup of a long-period comet as the origin of the dinosaur extinction”, di Amir Siraj e Abraham Loeb
2021-02-18 22:57:30
2021-02-18 23:01:14
Atterrato , tutto bene sembra ....
:-)
2021-02-19 17:17:28
si tutto bene, atterraggio tranquillo ...

Ma prima o poi, visto che su marte ci son solo sonde/rover, li faranno incontrare? così giusto per fare due chiacchere e farsi una sgommata in compagnia....
(edited)
2021-02-19 18:13:28
ma il primo volo di Ingenuity per quando è programmato?
2021-02-19 20:39:02
tra 1 e 6 mesi se non ho capito male

oggi è arrivata la prima foto a colori del rover ripreso in fase di atterraggio :)
2021-02-19 20:54:13
[url=https://ibb.co/d5646Dc][/url]


LA PRIMA FOTO A COLORI DIRETTAMENTE DA PERSEVERANCE!
GUARDATE LE RUOTE, GUARDATE LE ROCCE!
Sono assolutamente eccitato, emozionato, commosso, meravigliato! Questa è già una immagine che ci dice MOLTISSIMO sul luogo di atterraggio di Perseverance! Vedete quelle piccole pietre vicino alla ruota del rover? Sono rocce che gli scienziati si aspettavano di trovare ma praticamente mai osservate così da vicino su Marte!
Cosa sono quei buchi? Che origine hanno queste pietre? Le ipotesi sono due: o origine vulcanica o sedimentaria e sarà uno dei primi obiettivi di Perseverance chiarire qesto fondamentale aspetto. Vicino al cratere Jezero vi è uno dei più importanti vulcani marziani, il Syrtis Major, che potrebbe aver espulso materiale fin dentro il vicino cratere. Potrebbe essere però di origine sedimentaria, d'altronde a poco più di un km dal punto di atterraggio del rover vi è il deposito fluviale dell'antico fiume che alimentava il lago presente nel cratere Jezero. Al momento non lo sappiamo ma abbiamo un DANNATO ROVER su Marte che ce lo potrà dire tra pochi giorni! In base all'origine delle rocce sapremo anche la causa di quei buchi che creano quella porosita' che vediamo.
Lunedi sera la NASA terrà un'altra conferenza stampa: potrebbe essere quella dove verranno mostrati l immagini in alta definizione del paesaggio attorno aPerseverance ma soprattutto potrebbero... mostrare i SUONI catturati dai microfoni durante l'atterraggio! Non sto nella pelle! Noi saremo live dalle 19.30!
2021-02-19 21:48:01
Gnocca ce n'è?
2021-02-20 00:13:05
ma hanno fatto il rover di "color marte" per mimetizzarlo dai marziani oppure s'è già tutto impolverato?
:P