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Subject: Crisi economica
Del resto la migliore risposta ai downgrade la stanno dando le borse, italiana compresa.
da quel che ho capito non è che gli operatori di borsa stiano lì ad aspettare standard & poors per decidere dove e come investire. Quindi da questo punto di vista il declassamento non è il problema, il problema è comunque l'Italia.
Ma come cazzo si fa pensare di tornare a percentuali precrisi in 2 mesi con di mezzo le vacanze e con l'Europa che non da il segnale decisivo?
non credo che sia solo l'Europa il problema. Il problema è che le politiche del governo Berlusconi prima e Monti adesso siano recessive. E creeranno recessione. Questo i mercati lo capiscono e già prima che S&P decretasse il declassamento ci hanno punito.
Ma poi, già priam della crisi l'Italia pagava intorno al 4% di interesse medio sui titoli pubblici in circolazione.
per quanto io mi possa ricordare prima della crisi lo spread con i titoli tedeschi era 80. Quindi non pagavamo il 4% di media.
da quel che ho capito non è che gli operatori di borsa stiano lì ad aspettare standard & poors per decidere dove e come investire. Quindi da questo punto di vista il declassamento non è il problema, il problema è comunque l'Italia.
Ma come cazzo si fa pensare di tornare a percentuali precrisi in 2 mesi con di mezzo le vacanze e con l'Europa che non da il segnale decisivo?
non credo che sia solo l'Europa il problema. Il problema è che le politiche del governo Berlusconi prima e Monti adesso siano recessive. E creeranno recessione. Questo i mercati lo capiscono e già prima che S&P decretasse il declassamento ci hanno punito.
Ma poi, già priam della crisi l'Italia pagava intorno al 4% di interesse medio sui titoli pubblici in circolazione.
per quanto io mi possa ricordare prima della crisi lo spread con i titoli tedeschi era 80. Quindi non pagavamo il 4% di media.
Sono andate tutte meglio delle precedenti, quelle a 6 mesi e 1 anno sono andate benissimo, certo che è un gran risultato.
mi sa che su questo c'entra il fatto che le banche abbiano avuto un botto di soldi all'1% dalla BCE e possano acquistare i titoli di stato al 7%.
Infatti i tassi dei mutui li hanno piazzati a spread altissimi, il fisso di ing, che era uno dei più bassi, sta al 7,5%.
mi sa che su questo c'entra il fatto che le banche abbiano avuto un botto di soldi all'1% dalla BCE e possano acquistare i titoli di stato al 7%.
Infatti i tassi dei mutui li hanno piazzati a spread altissimi, il fisso di ing, che era uno dei più bassi, sta al 7,5%.
quello sconta più che altro il timore sul lungo periodo di una politica di inflazione cavalcante e di svalutazione della moneta..
nessuno vuole restare col cerino in mano..
d'altro canto il fatto che delle banche che con il default di uno stato fallirebbero immediatamente acquistino i titoli di quello stato, non mi pare una grande garanzia di stabilità..
nessuno vuole restare col cerino in mano..
d'altro canto il fatto che delle banche che con il default di uno stato fallirebbero immediatamente acquistino i titoli di quello stato, non mi pare una grande garanzia di stabilità..
quello sconta più che altro il timore sul lungo periodo di una politica di inflazione cavalcante e di svalutazione della moneta..
nessuno vuole restare col cerino in mano..
d'altro canto il fatto che delle banche che con il default di uno stato fallirebbero immediatamente acquistino i titoli di quello stato, non mi pare una grande garanzia di stabilità..
il fatto è che hanno cmq bisogno di liquidità. E un mutuo di 20 anni vuol dire privarsi di liquidità per un sacco di tempo. Meglio i titoli a breve termine, immagino.
nessuno vuole restare col cerino in mano..
d'altro canto il fatto che delle banche che con il default di uno stato fallirebbero immediatamente acquistino i titoli di quello stato, non mi pare una grande garanzia di stabilità..
il fatto è che hanno cmq bisogno di liquidità. E un mutuo di 20 anni vuol dire privarsi di liquidità per un sacco di tempo. Meglio i titoli a breve termine, immagino.
http://www.corriere.it/economia/12_gennaio_26/istat-retribuzioni-minimi_5aed8a2e-4806-11e1-9901-97592fb91505.shtml
il ballo comincia.....
tenetevi stretti....
il ballo comincia.....
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l'Italia uscirà dalla crisi quando imparerai a fare i link... :P
Il Tesoro ha collocato tutti i due miliardi di Btp a 10 anni nell'asta di oggi con rendimenti in calo al 6,08% dal 6,98% dell'ultima analoga asta di dicembre.
se queste sono le BUONE notizie stiamo apposto!
se queste sono le BUONE notizie stiamo apposto!
minchia che crisi...
Quanto pagare un manager
Il caso di Stephen Hester in Gran Bretagna, le polemiche sui bonus delle banche e un mondo che sta cambiando (forse)
Negli ultimi giorni in Gran Bretagna ha fatto molto discutere la storia di Stephen Hester, amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (RBS). Per il 2011 Hester aveva ricevuto dalla banca un bonus da 963.000 sterline, circa 1,15 milioni di euro (comunque la metà rispetto al 2010), in aggiunta al suo stipendio da 1,2 milioni di sterline. I sindacati britannici e il partito laburista hanno protestato duramente contro il “premio” concesso a Hester, soprattutto perché RBS da quattro anni è controllata per l’82 per cento dallo stato britannico che all’epoca l’aveva nazionalizzata per salvarla dal fallimento. Un’operazione che è costata ai contribuenti britannici 45 miliardi di sterline. Inoltre RBS ha annunciato in gennaio il taglio di circa 3.500 impiegati. Di fronte a queste cifre, alle proteste e alla crisi europea, Hester si è arreso e ha deciso di non accettare il bonus.
Il leader del partito laburista Miliband è tornato oggi sulla questione più generale dei bonus ai manager: ha attaccato ancora una volta la finanza e ha chiesto che vengano concessi «solo in casi eccezionali». L’Economist, sul blog “Buttonwood”, va un po’ controcorrente: Hester è un «buon manager» e non è la causa dei problemi di oggi. Anzi, se riuscisse a rimettere in sesto RBS, questa potrebbe slegarsi nuovamente dallo stato, a tutto vantaggio (economico) dei cittadini britannici.
Inoltre, continua l’Economist, è difficile giudicare il lavoro di un amministratore delegato in una banca come Hester, il cui ruolo è molto più difficile di un qualsiasi altro pari di un’altra azienda e comporta grandi responsabilità. Un buon amministratore delegato dovrebbe dire di no ai piani di espansione dell’istituto, tenere in grande considerazione il ciclo economico e avere un’ambizione piuttosto limitata di diventare ricco. I bonus sono la conseguenza delle responsabilità e dell’impatto che ha un lavoro del genere.
Il dibattito sui bonus a manager e dirigenti in questi giorni è stato molto intenso, soprattutto sul fronte etico. Banche e società finanziarie come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Citigroup e Credit Suisse, in un contesto di generale riduzione degli stipendi, hanno già annunciato tagli ai bonus fino al 70 per cento, mentre Morgan Stanley e Bank of America stanno pensando a un limite fissato intorno ai 125mila dollari. Come sottolinea il Financial Times, i big bonuses faranno presto parte del passato e i compensi nel settore bancario scenderanno sensibilmente nel prossimo futuro, anche se non si arriverà ai livelli degli anni Cinquanta.
Michel Barnier, commissario europeo al Mercato interno e ai Servizi Finanziari, ha detto ieri al Parlamento Europeo che prenderà in considerazione l’approvazione di leggi più dure sui bonus ai manager che vanno «contro ogni ragione, senso comune e moralità». Le proposte al vaglio dell’UE, che dovrebbero essere approvate entro l’anno, dovrebbero regolare il divario tra compenso minimo e massimo in un’istituzione finanziaria e anche la relazione tra compenso fisso e compenso variabile.
ilpost
Quanto pagare un manager
Il caso di Stephen Hester in Gran Bretagna, le polemiche sui bonus delle banche e un mondo che sta cambiando (forse)
Negli ultimi giorni in Gran Bretagna ha fatto molto discutere la storia di Stephen Hester, amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (RBS). Per il 2011 Hester aveva ricevuto dalla banca un bonus da 963.000 sterline, circa 1,15 milioni di euro (comunque la metà rispetto al 2010), in aggiunta al suo stipendio da 1,2 milioni di sterline. I sindacati britannici e il partito laburista hanno protestato duramente contro il “premio” concesso a Hester, soprattutto perché RBS da quattro anni è controllata per l’82 per cento dallo stato britannico che all’epoca l’aveva nazionalizzata per salvarla dal fallimento. Un’operazione che è costata ai contribuenti britannici 45 miliardi di sterline. Inoltre RBS ha annunciato in gennaio il taglio di circa 3.500 impiegati. Di fronte a queste cifre, alle proteste e alla crisi europea, Hester si è arreso e ha deciso di non accettare il bonus.
Il leader del partito laburista Miliband è tornato oggi sulla questione più generale dei bonus ai manager: ha attaccato ancora una volta la finanza e ha chiesto che vengano concessi «solo in casi eccezionali». L’Economist, sul blog “Buttonwood”, va un po’ controcorrente: Hester è un «buon manager» e non è la causa dei problemi di oggi. Anzi, se riuscisse a rimettere in sesto RBS, questa potrebbe slegarsi nuovamente dallo stato, a tutto vantaggio (economico) dei cittadini britannici.
Inoltre, continua l’Economist, è difficile giudicare il lavoro di un amministratore delegato in una banca come Hester, il cui ruolo è molto più difficile di un qualsiasi altro pari di un’altra azienda e comporta grandi responsabilità. Un buon amministratore delegato dovrebbe dire di no ai piani di espansione dell’istituto, tenere in grande considerazione il ciclo economico e avere un’ambizione piuttosto limitata di diventare ricco. I bonus sono la conseguenza delle responsabilità e dell’impatto che ha un lavoro del genere.
Il dibattito sui bonus a manager e dirigenti in questi giorni è stato molto intenso, soprattutto sul fronte etico. Banche e società finanziarie come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Citigroup e Credit Suisse, in un contesto di generale riduzione degli stipendi, hanno già annunciato tagli ai bonus fino al 70 per cento, mentre Morgan Stanley e Bank of America stanno pensando a un limite fissato intorno ai 125mila dollari. Come sottolinea il Financial Times, i big bonuses faranno presto parte del passato e i compensi nel settore bancario scenderanno sensibilmente nel prossimo futuro, anche se non si arriverà ai livelli degli anni Cinquanta.
Michel Barnier, commissario europeo al Mercato interno e ai Servizi Finanziari, ha detto ieri al Parlamento Europeo che prenderà in considerazione l’approvazione di leggi più dure sui bonus ai manager che vanno «contro ogni ragione, senso comune e moralità». Le proposte al vaglio dell’UE, che dovrebbero essere approvate entro l’anno, dovrebbero regolare il divario tra compenso minimo e massimo in un’istituzione finanziaria e anche la relazione tra compenso fisso e compenso variabile.
ilpost
trovato in international, molto chiaro e pure ironico nelle immagini:
Atene.Avvolta dalle fiamme piazza Syntagma, antistante alla sede del parlamento, si è trasformata in uno scenario da guerra civile. Decine di migliaia di voci si sono alzate in un coro di lamentela all'inevitabile, ma probabilmente insufficiente, nuova ondata di austerità. Molotov e mattoni sono piovuti sugli scudi della polizia impegnata nell'improbo compito di contenere il malcontento: agenti in assetto anti-sommossa da una parte, dimostranti coi volti coperti nell'angolo opposto. Lacrimogeni, ripetute cariche, arresti e ferimenti.
Lo sciopero generale ha paralizzato intanto il Paese, con treni e metro fermi, navi attraccate nei porti, scuole, ospedali, banche e tribunale chiusi.
Un episodio, per ribadire il concetto. Il sindacato di polizia ha minacciato venerdì 10 febbraio di arrestare i tecnici della Ue e dell'Fmi, ad Atene per imporre altri tagli al bilancio come condizione di nuovi aiuti. La provocazione è arrivata in una lettera aperta nella quale il sindacato ha lamentato di non poterne più di reprimere le proteste dei propri «fratelli» greci esasperati dalle imposizioni estere.
Lo sciopero generale ha paralizzato intanto il Paese, con treni e metro fermi, navi attraccate nei porti, scuole, ospedali, banche e tribunale chiusi.
Un episodio, per ribadire il concetto. Il sindacato di polizia ha minacciato venerdì 10 febbraio di arrestare i tecnici della Ue e dell'Fmi, ad Atene per imporre altri tagli al bilancio come condizione di nuovi aiuti. La provocazione è arrivata in una lettera aperta nella quale il sindacato ha lamentato di non poterne più di reprimere le proteste dei propri «fratelli» greci esasperati dalle imposizioni estere.
è una guerra tra poveri
e secondo me lo scopo è proprio quello...
e secondo me lo scopo è proprio quello...
intanto alla faccia di Monti, del suo "salvataggio" e della propaganda di regime che ci sorbiamo in tv-giornali:
mentre il rendimento dei bot a 10 anni è 5.82% ..
mentre il rendimento dei bot a 10 anni è 5.82% ..
Con poco più di 23mila euro lorde in media l'anno, i lavoratori dipendenti italiani guardano da molto lontano i colleghi lussemburgesi che per la stessa tipologia di lavoro percepiscono più del doppio. Certo, prima ancora di trovare il nostro Paese nella classifica Eurostat dei redditi bisogna scorerre passando per i soliti Paesi del Nord, Paesi Bassi, Germania e Belgio, tutti sopra i 40 mila euro lordi l'anno.
In coda nell'Eurozona. E davanti troviamo anche i francesi, gli irlandesi, i finlandesi e gli austriaci, i quali riescono in grande scioltezza a coprire la fascia di redditi compresa tra 33 mila e 39 mila euro. Insomma, non è una novità, in queste classifiche non siamo mai stati al vertice. Quel che un po' sorprende è che più dei dipendenti italiani guadagnano anche i lavoratori di Grecia (con quasi 30 mila euro), Spagna (poco più di 26 mila euro) e Cipro, con quasi 25mila euro. Insomma, se proprio vogliamo guardare qualcuno dall'alto in basso, non ci resta che rivolgerci a Portogallo (17mila) e poi Slovenia, Malta e Slovacchia.
Siamo la nazione con gli stipendi di chi lavora e produce più bassi d'Europa e contemporaneamente siamo la nazione dove chi comanda guadagna di più. Bello il paragone fra l'operaio che prende quasi la metà del collega tedesco e il politico che guadagna mediamente il doppio del collega europeo. La stessa cosa avviene per le alte cariche dello Stato e anche per i manager delle grandi aziende. Insomma l'Italia è il paese degli sprechi, della corruzione, dell'evasione e della scarsa competitività industriale e a chi si fa pagare il tutto? ai lavoratori; a chi si addossano le colpe del disastro? sempre ai lavoratori
In coda nell'Eurozona. E davanti troviamo anche i francesi, gli irlandesi, i finlandesi e gli austriaci, i quali riescono in grande scioltezza a coprire la fascia di redditi compresa tra 33 mila e 39 mila euro. Insomma, non è una novità, in queste classifiche non siamo mai stati al vertice. Quel che un po' sorprende è che più dei dipendenti italiani guadagnano anche i lavoratori di Grecia (con quasi 30 mila euro), Spagna (poco più di 26 mila euro) e Cipro, con quasi 25mila euro. Insomma, se proprio vogliamo guardare qualcuno dall'alto in basso, non ci resta che rivolgerci a Portogallo (17mila) e poi Slovenia, Malta e Slovacchia.
Siamo la nazione con gli stipendi di chi lavora e produce più bassi d'Europa e contemporaneamente siamo la nazione dove chi comanda guadagna di più. Bello il paragone fra l'operaio che prende quasi la metà del collega tedesco e il politico che guadagna mediamente il doppio del collega europeo. La stessa cosa avviene per le alte cariche dello Stato e anche per i manager delle grandi aziende. Insomma l'Italia è il paese degli sprechi, della corruzione, dell'evasione e della scarsa competitività industriale e a chi si fa pagare il tutto? ai lavoratori; a chi si addossano le colpe del disastro? sempre ai lavoratori
notizie vecchie di anni, son anni che si sà che non veniamo pagati un c..zo.....e pure adesso sta ministra che se ne esce situazione da scardinare.......aaaaaaaaajhhahhahahahh