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Subject: Crisi economica
“Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l'assillo dei riequilibri contabili.”
Federico Caffè
Federico Caffè
https://twitter.com/LucianoBarraCar/status/1769688110693040345
LucianoBarraCaraccio
@LucianoBarraCar
1. La Banca d'Italia, vigendo il regime dell'euro, non emette moneta (se non in limitata forme, meramente delegate dalla BCE), cioè quel denaro che vorrebbe insegnare a proteggere; la moneta immessa nel sistema dipende dal finanziamento del mercato finanziario privato rispetto ai titoli del debito pubblico e, nei limiti delle politiche monetarie decise esclusivamente a livello centralizzato dalla BCE, dalle condizioni di emissione della "moneta bancaria", cioè dal credito (di privati verso i privati cittadini) da parte del sistema bancario.
2. L'accesso a tale credito-moneta bancaria, - nelle sempre più difficili condizioni di occupazione e di reddito dei cittadini, e dei giovani in particolari (domanda di credito), nonché di regolazione UE sul sistema bancario (offerta di credito) -, non soltanto è da anni restrittivo (e bisognerebbe spiegare realisticamente perché), ma è anche, questo sì, sconsigliabile se contratto per effettuare consumi (che, per definizione, non corrispondono a risparmio, neppure futuro, e quindi crea un debito, magari per fare un viaggio o una vacanza, che potrà difficilmente essere restituito, regole fiscali, del regime del lavoro, monetarie e finanziarie, sic stantibus).
3. Si deve presumere, quindi, che la Banca d'Italia sappia benissimo che il risparmio dipende, in prima approssimazione, dal livello generale del reddito e dalla sua crescita reale (non meramente inflattiva), e quindi, nel suo flusso (per quanto riguarda i giovani da "istruire"), - in modo non secondario (per quanto non sempre lineare nella attuali condizioni istituzionali) -, dalla relazione inversa tra disoccupazione (correttamente rilevata) e inflazione (curva di Phillips); problema che pone capo a un'altra serie di presupposte spiegazioni sul funzionamento della moneta unica e sulle politiche fiscali, e anche monetarie, da essa imposte da decenni.
4. Ed infatti, andrebbe in connessione preliminarmente spiegato - in quanto molto utile agli studenti in vista del loro futuro come cittadini-, che, per quanto riguarda la fondamentale azione dello Stato, il livello annuale del risparmio dipende dal livello del deficit pubblico = risparmio nazionale interno, che, da decenni, viene compresso in rapporto al PIL, e viene dunque inevitabilmente tagliato "di pari passo" col disavanzo pubblico, cioè coi target imposti dai patti di stabilità dell'euro-area.
5. Risulta attendibile che gli attuali studenti possano in futuro realizzare dei risparmi tout-court, stante gli attuali livelli di retribuzione del lavoro e di sottoccupazione precaria e prolungata cui vanno incontro, all'interno dell'attuale regime del mercato (deflattivo) del lavoro, imposto dall'appartenenza alla moneta unica (che è anche un problema di distribuzione del decrescente risparmio, all'interno della stessa moneta unica)?
6. Questo è un problema di istruzione/formazione (del cittadino consapevole della democrazia costituzionale) che vale la pena di affrontare...
Questo problema anzi, dovrebbe essere, alla luce del rispetto dall'art.47 Cost. e della sua chiara formulazione di obiettivi perseguiti dalla Repubblica, pregiudiziale e prioritario nell'istruzione dei giovani.
7. Un ente pubblico che agisca su questi indubbi presupposti, non può dunque non sapere che la "moneta", il denaro, "da mettere al sicuro", e su cui vengono educati i giovani studenti, significa (nella migliore delle ipotesi, cioè purché mai sia realizzato) affidamento del proprio risparmio (eventuale) al settore finanziario privato.
8. In tale contesto, un ente pubblico non dovrebbe promuovere, nelle scuole, le mere conoscenze di accesso a servizi privati di gestione del risparmio (servizi privati/istituti, su cui ha, in varie forme, compiti di vigilanza), quando lo stesso conseguimento del risparmio (e del credito a fronte di un ipotetico futuro risparmio), da parte della famiglie, è diventato oggetto di una crescente criticità della nostra economia, che, appunto, meriterebbe di essere preliminarmente spiegata ai giovani.
https://twitter.com/bancaditalia/status/1769675477847871606
LucianoBarraCaraccio
@LucianoBarraCar
1. La Banca d'Italia, vigendo il regime dell'euro, non emette moneta (se non in limitata forme, meramente delegate dalla BCE), cioè quel denaro che vorrebbe insegnare a proteggere; la moneta immessa nel sistema dipende dal finanziamento del mercato finanziario privato rispetto ai titoli del debito pubblico e, nei limiti delle politiche monetarie decise esclusivamente a livello centralizzato dalla BCE, dalle condizioni di emissione della "moneta bancaria", cioè dal credito (di privati verso i privati cittadini) da parte del sistema bancario.
2. L'accesso a tale credito-moneta bancaria, - nelle sempre più difficili condizioni di occupazione e di reddito dei cittadini, e dei giovani in particolari (domanda di credito), nonché di regolazione UE sul sistema bancario (offerta di credito) -, non soltanto è da anni restrittivo (e bisognerebbe spiegare realisticamente perché), ma è anche, questo sì, sconsigliabile se contratto per effettuare consumi (che, per definizione, non corrispondono a risparmio, neppure futuro, e quindi crea un debito, magari per fare un viaggio o una vacanza, che potrà difficilmente essere restituito, regole fiscali, del regime del lavoro, monetarie e finanziarie, sic stantibus).
3. Si deve presumere, quindi, che la Banca d'Italia sappia benissimo che il risparmio dipende, in prima approssimazione, dal livello generale del reddito e dalla sua crescita reale (non meramente inflattiva), e quindi, nel suo flusso (per quanto riguarda i giovani da "istruire"), - in modo non secondario (per quanto non sempre lineare nella attuali condizioni istituzionali) -, dalla relazione inversa tra disoccupazione (correttamente rilevata) e inflazione (curva di Phillips); problema che pone capo a un'altra serie di presupposte spiegazioni sul funzionamento della moneta unica e sulle politiche fiscali, e anche monetarie, da essa imposte da decenni.
4. Ed infatti, andrebbe in connessione preliminarmente spiegato - in quanto molto utile agli studenti in vista del loro futuro come cittadini-, che, per quanto riguarda la fondamentale azione dello Stato, il livello annuale del risparmio dipende dal livello del deficit pubblico = risparmio nazionale interno, che, da decenni, viene compresso in rapporto al PIL, e viene dunque inevitabilmente tagliato "di pari passo" col disavanzo pubblico, cioè coi target imposti dai patti di stabilità dell'euro-area.
5. Risulta attendibile che gli attuali studenti possano in futuro realizzare dei risparmi tout-court, stante gli attuali livelli di retribuzione del lavoro e di sottoccupazione precaria e prolungata cui vanno incontro, all'interno dell'attuale regime del mercato (deflattivo) del lavoro, imposto dall'appartenenza alla moneta unica (che è anche un problema di distribuzione del decrescente risparmio, all'interno della stessa moneta unica)?
6. Questo è un problema di istruzione/formazione (del cittadino consapevole della democrazia costituzionale) che vale la pena di affrontare...
Questo problema anzi, dovrebbe essere, alla luce del rispetto dall'art.47 Cost. e della sua chiara formulazione di obiettivi perseguiti dalla Repubblica, pregiudiziale e prioritario nell'istruzione dei giovani.
7. Un ente pubblico che agisca su questi indubbi presupposti, non può dunque non sapere che la "moneta", il denaro, "da mettere al sicuro", e su cui vengono educati i giovani studenti, significa (nella migliore delle ipotesi, cioè purché mai sia realizzato) affidamento del proprio risparmio (eventuale) al settore finanziario privato.
8. In tale contesto, un ente pubblico non dovrebbe promuovere, nelle scuole, le mere conoscenze di accesso a servizi privati di gestione del risparmio (servizi privati/istituti, su cui ha, in varie forme, compiti di vigilanza), quando lo stesso conseguimento del risparmio (e del credito a fronte di un ipotetico futuro risparmio), da parte della famiglie, è diventato oggetto di una crescente criticità della nostra economia, che, appunto, meriterebbe di essere preliminarmente spiegata ai giovani.
https://twitter.com/bancaditalia/status/1769675477847871606
https://avia-pro.it/news/v-rumynii-nachalos-stroitelstvo-krupneyshey-voennoy-bazy-nato-v-evrope
Il costo totale della costruzione è stimato a 2,5 miliardi di euro.
Ma come?! dicono che non ci sono soldi... =( )
Il costo totale della costruzione è stimato a 2,5 miliardi di euro.
Ma come?! dicono che non ci sono soldi... =( )
https://twitter.com/Gitro77/status/1774346978438123575
Gilberto Trombetta
@Gitro77
Adesione allo SME, divorzio Banca d’Italia/Tesoro, abolizione della scala mobile, abolizione della legge bancaria del '36 (divisione tra banche d’affari e banche commerciali), privatizzazione e svendita di asset statali strategici, riforme regressive del mercato del lavoro (eliminazione della scala mobile, pacchetto Treu, DL 368/2001, legge Biagi, decreto Sacconi, riforma Fornero, Jobs Act, Decreto Poletti, DL Lavoro), libera circolazione di capitali, merci e lavoratori, deflazione salariale, taglio della spesa pubblica, tasso di cambio sopravvalutato.
La maggior parte di queste cose sono avvenute negli anni 90. Quando cioè il PIL italiano comincia a crollare. E, con esso, la produttività.
Da quando cioè abbiamo ammazzato la domanda aggregata. Da quando è iniziato uno dei più grandi trasferimenti di ricchezza che la storia abbia mai visto.
Un trasferimento di ricchezza dal 90% della popolazione al 10% più ricco. E ancora di più all’1%. E molto, molto di più allo 0,1%.
Si chiama lotta di classe. L’indipendenza della Banca Centrale, l’Unione Europea e l’euro sono alcuni degli strumenti più potenti attraverso i quali i parassiti della società stanno vincendo da una quarantina di anni la lotta di classe.
Inflazione in Argentina! Milei ha fatto molto prima di quanto pensassi!!
(edited)
(edited)
beh c'è stata una svalutazione del peso argentino mostruosa. L'inflazione era prevedibilissima. I risultati veri sono da vedere in un tempo un po' più lungo secondo me.
Non ho seguito, ma 284% di inflazione è una roba che... boh... abitassi in Argentina sarei lievisssssimamente preoccupato. Ma seriamente, come fai a campare se i prezzi quadruplicano?
E la svalutazione perché? (se è possibile riassumermelo in poche parole, altrimenti lascia stare, non perderci tempo)
E la svalutazione perché? (se è possibile riassumermelo in poche parole, altrimenti lascia stare, non perderci tempo)