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Subject: Crisi economica
Queste sono sciocchezze.
Un judoka si ammazza di lavoro per 20 anni per portare a casa un oro, rinuncia a tutto (perché un campione olimpico ha rinunciato a tutto) e fa il possibile per far fruttare il suo talento, 140 mila euro sono pochi-tanti a seconda dei punti di vista, in molti paesi con un oro olimpico vivi quasi di rendita, qui (escluso il calcio) riesci solo a sollevare la testa dalla miseria.
Facciamo una bella prova: prova a spedire - che ne so - pino maddaloni all'ufficio immigrazione americano, vuoi vedere che gli danno passaporto, casa e kodokan in 5 giorni? Noi, invece, siamo ben felici dei calciatori. Quelli bastano ed avanzano, considerando che 140 mila sono l'ingaggio annuale di un giocatore della cremonese. La vergogna è quella, non l'oro olimpico
Un judoka si ammazza di lavoro per 20 anni per portare a casa un oro, rinuncia a tutto (perché un campione olimpico ha rinunciato a tutto) e fa il possibile per far fruttare il suo talento, 140 mila euro sono pochi-tanti a seconda dei punti di vista, in molti paesi con un oro olimpico vivi quasi di rendita, qui (escluso il calcio) riesci solo a sollevare la testa dalla miseria.
Facciamo una bella prova: prova a spedire - che ne so - pino maddaloni all'ufficio immigrazione americano, vuoi vedere che gli danno passaporto, casa e kodokan in 5 giorni? Noi, invece, siamo ben felici dei calciatori. Quelli bastano ed avanzano, considerando che 140 mila sono l'ingaggio annuale di un giocatore della cremonese. La vergogna è quella, non l'oro olimpico
se i soldi non ci sono,non ci sono,punto!il judoka si arrangia come si arrangia l'operaio senza lavoro e che deve pagare tasse su tasse e che 140 mila non li vede in tutta la sua vita!e pensi che l'operaio di sacrifici non ne abbia fatti?li fa solo il judoka a tuo avviso?
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I soldi nello sport ci sono!!!!
Ma se li fagocitano 4 infami in serie A!!! Diritti, sponsor e altro! Cosa significa "i soldi non ci sono?"
credi che un canoista viva nell'oro? Tutti fanno sacrifici, operaio o no; semplicemente voler tagliare 140 euro lordi ad uno che investe tutta la vita in 3 minuti sul tatami e che raggiunge un obiettivo del genere è una idiozia! Vuoi tagliare? Metti il salary cap alla serie A! Ti viene fuori una rivolta sociale! Molto piu semplice non darne a chi ha già nulla, all'italiana insomma
Ma se li fagocitano 4 infami in serie A!!! Diritti, sponsor e altro! Cosa significa "i soldi non ci sono?"
credi che un canoista viva nell'oro? Tutti fanno sacrifici, operaio o no; semplicemente voler tagliare 140 euro lordi ad uno che investe tutta la vita in 3 minuti sul tatami e che raggiunge un obiettivo del genere è una idiozia! Vuoi tagliare? Metti il salary cap alla serie A! Ti viene fuori una rivolta sociale! Molto piu semplice non darne a chi ha già nulla, all'italiana insomma
i soldi nello sport ci sono? a me sembra che il coni sia in passivo pesante,circa 13milioni di euro di perdita nel 2011 con 450 milioni di contributi erogati dallo stato!dove li vedi tutti sti soldi?
Fatti un giro tra sponsor, diritti e compagnia del calcio.
Il problema è che in Italia lo sport è il calcio! Il resto non vale nulla
Il problema è che in Italia lo sport è il calcio! Il resto non vale nulla
sugli ingaggi dei calciatori e la gestione delle società di calcio son d'accordo con te,ma se in Italia conta solo il calcio dipende dal gradimento di questo sport rispetto agli altri,come dire che in finlandia contano solo l'hockey o il salto con gli sci
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No.
Significa che all'estero contano e sono rispettati molti sport, mentre in Italia non gliene frega una ciola a nessuno. Qui abbiamo la serie A, il resto non interessa.
In Finlandia (ad esempio) gli sport al coperto sono ultra seguiti
Significa che all'estero contano e sono rispettati molti sport, mentre in Italia non gliene frega una ciola a nessuno. Qui abbiamo la serie A, il resto non interessa.
In Finlandia (ad esempio) gli sport al coperto sono ultra seguiti
Avete mai pensato che la previsione futuristica dei MAIA altro non coincide che con la crisi economica ed un collasso economico Europeo inreversibile?
perchè gli stati uniti lucrano su di noi ed hanno il petrolio, l'asia ha prezzi di costo nettamente più bassi dei nostri ed accusa meno la crisi. il sudamerica non ha economia come i due poli e l'africa
europeo? perche solo europeo?
Perchè in Sud America per esempio si cresce a 2 cifre. E se domani chiude la Fiat qui non interessa a nessuno se non a una regione del Brasile che comunque saprebbe reagire impiantando altre produzioni.
Perchè in Sud America per esempio si cresce a 2 cifre. E se domani chiude la Fiat qui non interessa a nessuno se non a una regione del Brasile che comunque saprebbe reagire impiantando altre produzioni.
e i maya vedevano "la fine" solo per noi europei? non credo proprio,la loro era una visione molto più globale!e comunque se crolla l'europa,pure stati uniti e paesi orientali,avranno i loro scompensi,in cina finchè non aumenta la domanda interna,saranno sempre fortemente dipendenti dalle esportazioni,tant'è che il pil è calato sotto l'8%,ai minimi dal 2009,per loro una crescita troppo ridotta
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a due cifre e dove? in quale paese specifica meglio........
io non vedo gli "altri" cosi messi meglio di noi europei......anzi
brasile,argentina,venezuela stanno crescendo enormemente per fare degli esempi ma vediamo nel medio lungo periodo come andranno,poi sull'argentina:
DAL 2008 IL PIL CRESCE DELL'8%. L’economia del Paese sudamericano, che oggi appare in ottima salute, è stata infatti ricostruita sulle ceneri del crac finanziario del 2001. E da fuori tutto sembra che funzioni per il meglio.
Dal 2008 il Prodotto interno lordo cresce con una media dell’8%, il tasso di disoccupazione è sceso dal 25% del 2002 all’attuale 7,1% e il reddito medio pro capite, che nel 2001 era di 2.670 dollari, è oggi di 7.400.
BUENOS AIRES TRUCCA I DATI. Numeri apparentemente inequivocabili, peccato però che da più parti (dagli economisti indipendenti riuniti sul blog Foco económico fino al gruppo di parlamentari dell’opposizione di Índice del congreso) il governo di Cristina Kirchner sia accusato di truccare regolarmente i dati statistici attraverso il controllo diretto dell’Indec (l'equivalente dell’Istat italiano).
THE ECONOMIST IGNORA L'ARGENTINA. La difformità tra i dati forniti dalla Casa Rosada e gli istituti indipendenti è tale che il settimanale The Economist, in un articolo pubblicato a febbraio, ha spiegato che in futuro ignorerà i dati sull’inflazione diffusi dall’Indec.
Secondo gli esperti di Foco económico il Pil argentino è oggi sovrastimato del 10%, mentre l’inflazione sottostimata del 16% (25% quella reale contro il 9% stimato dal governo).
Per sostenere la crescita, Kirchner ha creato pericolosi squilibri
.L’ossessione per la crescita a ogni costo, da un lato, e la necessità di tenere buone le masse con sussidi e benefici - le stesse che hanno garantito a Kirchner una vittoria schiacciante alle elezioni del 2011 - hanno prodotto degli squilibri economici che il Paese potrebbe presto pagare cari.
I sussidi economici alle classi più disagiate (per abbassare i prezzi di alimenti e trasporti pubblici, ma anche per maternità e spese scolastiche) continuano infatti a pesare molto sul deficit pubblico, ma anche altre politiche attuate nell’ultimo anno denotano un certo nervosismo.
LIMITATA L'INDIPENDENZA DELLA BANCA CENTRALE. A partire dalla recente riforma della Banca centrale argentina, che ora potrà trasferire al Tesoro liquidità fino al 20% (prima il limite era il 10%) delle entrate pubbliche e dovrà mettere a disposizione del governo tutte le proprie riserve (prima erano solo le eccedenze), oggi pari a 47 miliardi di dollari, per pagare il debito.
Ovvero una riforma che «limita fortemente l’indipendenza dell’istituto», come ha scritto Martin Uribe, docente di Economia alla Duke University di Durham, negli Stati Uniti.
NAZIONALIZZAZIONI CONTRO L'ESTERO. A completare il quadro ci sono le nazionalizzazioni - come l’ultima, contestata, della compagnia petrolifera Ypf ai danni della spagnola Repsol - e soprattutto il muro sollevato per limitare al massimo le importazioni ed evitare così la perdita di preziosa valuta estera.
Insomma, i conti argentini sono tutt’altro che a posto, e l’economia non è in salute come sembra.
CON L'AUSTERITY PAESE IN GINOCCHIO. «È vero che oggi l’Argentina sta meglio del 2001 perché ha un debito estero molto basso», ha spiegato a Lettera43.it Mario Seminerio, economista e autore del blog economico Phastidio.net, «ma è anche molto fragile perché sui mercati internazionali è considerata un paria, proprio per il default. Per questo l’Argentina ha difficoltà a chiedere prestiti, ed è condannata ad avere un avanzo commerciale».
Prosegue l'economista: «Se sparisse quell’avanzo, davanti a un eventuale deficit commerciale, per limitare le importazioni, l'Argentina sarà costretta a stringere la domanda interna. E per farlo dovrà attuare una manovra di austerità simile a quelle viste in Europa, che la costringerà a ridurre o azzerare i sussidi economici. E questo, in un Paese che ha ancora ampi strati di popolazione sotto la soglia di povertà, provocherà forti tensioni sociali».
DAL 2008 IL PIL CRESCE DELL'8%. L’economia del Paese sudamericano, che oggi appare in ottima salute, è stata infatti ricostruita sulle ceneri del crac finanziario del 2001. E da fuori tutto sembra che funzioni per il meglio.
Dal 2008 il Prodotto interno lordo cresce con una media dell’8%, il tasso di disoccupazione è sceso dal 25% del 2002 all’attuale 7,1% e il reddito medio pro capite, che nel 2001 era di 2.670 dollari, è oggi di 7.400.
BUENOS AIRES TRUCCA I DATI. Numeri apparentemente inequivocabili, peccato però che da più parti (dagli economisti indipendenti riuniti sul blog Foco económico fino al gruppo di parlamentari dell’opposizione di Índice del congreso) il governo di Cristina Kirchner sia accusato di truccare regolarmente i dati statistici attraverso il controllo diretto dell’Indec (l'equivalente dell’Istat italiano).
THE ECONOMIST IGNORA L'ARGENTINA. La difformità tra i dati forniti dalla Casa Rosada e gli istituti indipendenti è tale che il settimanale The Economist, in un articolo pubblicato a febbraio, ha spiegato che in futuro ignorerà i dati sull’inflazione diffusi dall’Indec.
Secondo gli esperti di Foco económico il Pil argentino è oggi sovrastimato del 10%, mentre l’inflazione sottostimata del 16% (25% quella reale contro il 9% stimato dal governo).
Per sostenere la crescita, Kirchner ha creato pericolosi squilibri
.L’ossessione per la crescita a ogni costo, da un lato, e la necessità di tenere buone le masse con sussidi e benefici - le stesse che hanno garantito a Kirchner una vittoria schiacciante alle elezioni del 2011 - hanno prodotto degli squilibri economici che il Paese potrebbe presto pagare cari.
I sussidi economici alle classi più disagiate (per abbassare i prezzi di alimenti e trasporti pubblici, ma anche per maternità e spese scolastiche) continuano infatti a pesare molto sul deficit pubblico, ma anche altre politiche attuate nell’ultimo anno denotano un certo nervosismo.
LIMITATA L'INDIPENDENZA DELLA BANCA CENTRALE. A partire dalla recente riforma della Banca centrale argentina, che ora potrà trasferire al Tesoro liquidità fino al 20% (prima il limite era il 10%) delle entrate pubbliche e dovrà mettere a disposizione del governo tutte le proprie riserve (prima erano solo le eccedenze), oggi pari a 47 miliardi di dollari, per pagare il debito.
Ovvero una riforma che «limita fortemente l’indipendenza dell’istituto», come ha scritto Martin Uribe, docente di Economia alla Duke University di Durham, negli Stati Uniti.
NAZIONALIZZAZIONI CONTRO L'ESTERO. A completare il quadro ci sono le nazionalizzazioni - come l’ultima, contestata, della compagnia petrolifera Ypf ai danni della spagnola Repsol - e soprattutto il muro sollevato per limitare al massimo le importazioni ed evitare così la perdita di preziosa valuta estera.
Insomma, i conti argentini sono tutt’altro che a posto, e l’economia non è in salute come sembra.
CON L'AUSTERITY PAESE IN GINOCCHIO. «È vero che oggi l’Argentina sta meglio del 2001 perché ha un debito estero molto basso», ha spiegato a Lettera43.it Mario Seminerio, economista e autore del blog economico Phastidio.net, «ma è anche molto fragile perché sui mercati internazionali è considerata un paria, proprio per il default. Per questo l’Argentina ha difficoltà a chiedere prestiti, ed è condannata ad avere un avanzo commerciale».
Prosegue l'economista: «Se sparisse quell’avanzo, davanti a un eventuale deficit commerciale, per limitare le importazioni, l'Argentina sarà costretta a stringere la domanda interna. E per farlo dovrà attuare una manovra di austerità simile a quelle viste in Europa, che la costringerà a ridurre o azzerare i sussidi economici. E questo, in un Paese che ha ancora ampi strati di popolazione sotto la soglia di povertà, provocherà forti tensioni sociali».