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Subject: Virus cinese 2...Non ci fermerete mai!
BioNTech/Pfizer
GERMANY/US
95%
mRNA
Moderna 94% mRNA
AstraZeneca / Oxford 70% to 94% Adenovirus
Johnson & J Adenovirus
Altri:
Recombinant spike protein in two doses
ma anche
Inactivated virus in two doses
Non ho idea di cosa vogliano dire ma questo è quanto
GERMANY/US
95%
mRNA
Moderna 94% mRNA
AstraZeneca / Oxford 70% to 94% Adenovirus
Johnson & J Adenovirus
Altri:
Recombinant spike protein in two doses
ma anche
Inactivated virus in two doses
Non ho idea di cosa vogliano dire ma questo è quanto
Jaine, se nel frattempo non lo specifica nessuno....quando arrivo a casa posto cosa significa
Ma cosa è una presa per il culo?
Il 7-8 gialli? E poi arancioni ma cosa cavolo serve?
Il 7-8 gialli? E poi arancioni ma cosa cavolo serve?
Sono attualmente in fase di valutazione da parte di EMA 3 vaccini prodotti dalle Aziende Farmaceutiche Moderna, AstraZeneca e Jansen - Johnson & Johnson.
I vaccini prodotti da Pfizer (unico al momento approvato) e Moderna sono vaccini a RNA. Questi, a differenza dei vaccini tradizionali, contengono le informazioni genetiche (sotto forma di RNA messaggero) affinché i ribosomi delle cellule umane sintetizzino la proteina spike ( con cui il COVID-19 entra nelle cellule) provocando così nell'organismo una risposta immunitaria neutralizzante.
I vaccini prodotti da AstraZeneca e Jansen JJ sono vaccini con vettore virale. Questi, infatti, utilizzano un vettore con deficit di replicazione basato su una versione indebolita di un comune virus del raffreddore (adenovirus) che contiene il codice genetico per fornire istruzioni per la sintesi della proteina spike di COVID-19 che, una volta prodotta, determinerà l' attivazione del sistema immunitario.
Non sono virologo né biotecnologo, ma i rischi TEORICI associabili ai primi 2 vaccini sono inferiori a quelli ipotizzabili per gli altri 2. Diciamo che i no vax potrebbero stare solo ad affilare le armi in questa prima fase.
I vaccini prodotti da Pfizer (unico al momento approvato) e Moderna sono vaccini a RNA. Questi, a differenza dei vaccini tradizionali, contengono le informazioni genetiche (sotto forma di RNA messaggero) affinché i ribosomi delle cellule umane sintetizzino la proteina spike ( con cui il COVID-19 entra nelle cellule) provocando così nell'organismo una risposta immunitaria neutralizzante.
I vaccini prodotti da AstraZeneca e Jansen JJ sono vaccini con vettore virale. Questi, infatti, utilizzano un vettore con deficit di replicazione basato su una versione indebolita di un comune virus del raffreddore (adenovirus) che contiene il codice genetico per fornire istruzioni per la sintesi della proteina spike di COVID-19 che, una volta prodotta, determinerà l' attivazione del sistema immunitario.
Non sono virologo né biotecnologo, ma i rischi TEORICI associabili ai primi 2 vaccini sono inferiori a quelli ipotizzabili per gli altri 2. Diciamo che i no vax potrebbero stare solo ad affilare le armi in questa prima fase.
Ma senza andare troppo nel tecnico, sono rischi teorici sempre intesi per chi soffre di allergie o in generale?
Grazie, interessante. Ma mi chiedo: noi mica potremo decidere autonomamente? Ci toccherà quello prodotto da Pfizer se si è in lista ora o magari quello italiano tra 6 mesi ma non ci faranno scegliere
Per chi soffre di allergie i rischi non sono teorici, ma reali:D
Intendevo i rischi fantascientifici che i no vax snocciolano. Roba da Nexus 6 in Blade Runner
Intendevo i rischi fantascientifici che i no vax snocciolano. Roba da Nexus 6 in Blade Runner
A questa domanda non c'è ancora una risposta. Ovviamente contano molto diversi fattori: disponibilità, costi, logistica...
Questo della Pfizer non é sicuramente il più "conveniente"
Questo della Pfizer non é sicuramente il più "conveniente"
Intanto io nn ho capito se giovedì posso riaprire il bar...per poi chiudere sabato...
Si si Giuseppe proprio così, siamo alla presa per il culo.
Cioè non capisco il senso di questa cosa:(
Cioè non capisco il senso di questa cosa:(
ero informato su questi particolari. L'unico tarlo che mi rimane in testa, perchè suggeritomi da un conoscente di cui ho molta stima (ci parlai ad inizio novembre e lui avrebbe scelto astrazeneca), è che se potessi scegliere, preferirei un vaccino tradizionale evitando quelli nuovi. Ma magari è un pensiero sbagliato e son meglio quelli nuovi, cosa ne so io...
quello che mi daranno, quando me lo daranno, prenderò. Come cittadino responsabile non posso far altro, se mi dicono che è l'unica strada percorribile
(edited)
quello che mi daranno, quando me lo daranno, prenderò. Come cittadino responsabile non posso far altro, se mi dicono che è l'unica strada percorribile
(edited)
anche qui c'era qualche sostenitore nascosto del kiwy??? :P
IL LATO “POSITIVO”... DEL KIWI
di Piero Sestili e Paolo Bonilauri
Un video virale su un kiwi sottoposto a tampone molecolare (sic!) e trovato positivo al COVID, la teoria della cospirazione e qualche nozione basica di Biochimica Clinica...
Il kiwi è una ottima fonte di Vitamina C, che fa sempre bene (tranne a dosi eccessive: dosis sola facit, ut venenum non sit) e anche per COVID-19 rivela la sua utilità.
Ma la cosa di cui si sta parlando di più oggi è che il kiwi, come pure altra frutta e succhi vegetali, pare sia risultato positivo al virus SARS-CoV-2. Un video ormai virale sul web mostra infatti un laboratorio dove il kiwi ed altri frutti vengono “tamponati” e sottoposti al test cosiddetto “molecolare rapido”. Intanto bisogna dire, che già la definizione che danno del test, dimostra la scarsa conoscenza dell’argomento trattato, visto che il test è un test antigenico rapido (e non molecolare) che rivela la presenza della proteina Spike del virus. Ma vediamo, piuttisto, quale risultato hanno ottenuto: ben 3 vegetali su 10 oltre al kiwi, sono classificati come reattivi dal test rapido e questa reattività è interpretata come positività alla presenza della proteina S del virus nel Kiwi (e nell’altra frutta).
Secondo gli autori del video, tra cui registriamo la poco opportuna presenza di un medico (sigh!), questa positività del kiwi sarebbe la prova provata del pressappochismo e imprecisione dei metodi utilizzati per la diagnosi di COVID-19, la cui fallacia starebbe alla base di una clamorosa sovrastima dei positivi, tema caro ai “teorici della cospirazione”.
È ovvio che il Sig. Tal dei Tali, vedendo questo video oggettivamente d’effetto, rimarrebbe colpito e si convincerebbe che lá pandemia non è altro che una grande macchinazione.
Proviamo, allora, a darvi la nostra versione.
Il video NON dimostra affatto che il test “molecolare rapido” (come dicono sbagliando) non è specifico: il video dimostra, questo sì, che il succo del kiwi e di altri frutti INTERFERISCONO col risultato di quel test antigenico rapido che hanno utilizzato nel video. Cioè a dire che questa frutta può contenere sostanze in grado di produrre una reazione cromatica nella strip, là dove comparirebbe quella rivelatrice del virus. Oppure, il pH acido di kiwi & C. può denaturare le proteine utilizzate nel test come anticorpi di rilevazione, alterandone le performance. Quindi, il contributo scientifico (ammesso che ce ne sia uno) del video è che i produttori di quel particolare test rapido potrebbero scrivere nelle istruzioni allegate: “per evitare falsi positivi, non sottoporre al test soggetti che abbiano fatto gargarismi con succo di kiwi o altri interferenti fino a 5 minuti prima di effettuare il tampone”. Che poi sarebbe come dire di non mettere il gatto nel forno a microonde, perché le istruzioni devono riferirsi al ragionevole uso che il prodotto deve avere e non agli usi più strampalati che qualche buontempone può pensare di testa sua. Anche perché a questo punto sarebbe lecito provare tanti altri potenziali interferenti per evitare falsi positivi. Ci viene in mente che potrebbero interferire: il liquido per radiatori, la soda caustica, l’urina di gatto, lo sterco di capra, lo smacchiatore spray ecc. ecc. Tutte cose con cui difficilmente uno si fa dei gargarismi.... O se lo facesse farebbe bene a rivolgersi ad uno psicologo, meglio se bravo, prima di preoccuparsi di COVID.
Invece al simpatico medico del video non consiglieremmo un bravo psicologo, ma semplicemente di andare a ripetizione di Biochimica Clinica. E se fossimo nell’Ordine dei Medici, glielo consiglieremmo vivamente.
*La specificità analitica definisce quanto il test distingue tra l'analita target e altri componenti presenti nella matrice in esame.
La sensibilità analitica si riferisce a quanto analita il metodo può individuare (limite di rilevazione), questa misurazione è bene che sia eseguita in presenza di possibili e ragionevoli interferenze di diversa natura (componenti della matrice, sostanze degradanti, legami aspecifici di reagenti a una fase solida, anticorpi vaccinali). Ma a chi, sano di mente, verrebbe la brillante idea di includere il kiwi tra gli interferenti? Tra gli interferenti è giusto considerare sostanze che potrebbero essere ragionevolmente presenti nel muco che viene “tamponato”: ad esempio, siccome il muco viene prelevato dal naso-faringe, si potrebbe al più verificare se gli spray decongestionanti nasali interferiscono...ma vivaddio, non certo il kiwi!!
IL LATO “POSITIVO”... DEL KIWI
di Piero Sestili e Paolo Bonilauri
Un video virale su un kiwi sottoposto a tampone molecolare (sic!) e trovato positivo al COVID, la teoria della cospirazione e qualche nozione basica di Biochimica Clinica...
Il kiwi è una ottima fonte di Vitamina C, che fa sempre bene (tranne a dosi eccessive: dosis sola facit, ut venenum non sit) e anche per COVID-19 rivela la sua utilità.
Ma la cosa di cui si sta parlando di più oggi è che il kiwi, come pure altra frutta e succhi vegetali, pare sia risultato positivo al virus SARS-CoV-2. Un video ormai virale sul web mostra infatti un laboratorio dove il kiwi ed altri frutti vengono “tamponati” e sottoposti al test cosiddetto “molecolare rapido”. Intanto bisogna dire, che già la definizione che danno del test, dimostra la scarsa conoscenza dell’argomento trattato, visto che il test è un test antigenico rapido (e non molecolare) che rivela la presenza della proteina Spike del virus. Ma vediamo, piuttisto, quale risultato hanno ottenuto: ben 3 vegetali su 10 oltre al kiwi, sono classificati come reattivi dal test rapido e questa reattività è interpretata come positività alla presenza della proteina S del virus nel Kiwi (e nell’altra frutta).
Secondo gli autori del video, tra cui registriamo la poco opportuna presenza di un medico (sigh!), questa positività del kiwi sarebbe la prova provata del pressappochismo e imprecisione dei metodi utilizzati per la diagnosi di COVID-19, la cui fallacia starebbe alla base di una clamorosa sovrastima dei positivi, tema caro ai “teorici della cospirazione”.
È ovvio che il Sig. Tal dei Tali, vedendo questo video oggettivamente d’effetto, rimarrebbe colpito e si convincerebbe che lá pandemia non è altro che una grande macchinazione.
Proviamo, allora, a darvi la nostra versione.
Il video NON dimostra affatto che il test “molecolare rapido” (come dicono sbagliando) non è specifico: il video dimostra, questo sì, che il succo del kiwi e di altri frutti INTERFERISCONO col risultato di quel test antigenico rapido che hanno utilizzato nel video. Cioè a dire che questa frutta può contenere sostanze in grado di produrre una reazione cromatica nella strip, là dove comparirebbe quella rivelatrice del virus. Oppure, il pH acido di kiwi & C. può denaturare le proteine utilizzate nel test come anticorpi di rilevazione, alterandone le performance. Quindi, il contributo scientifico (ammesso che ce ne sia uno) del video è che i produttori di quel particolare test rapido potrebbero scrivere nelle istruzioni allegate: “per evitare falsi positivi, non sottoporre al test soggetti che abbiano fatto gargarismi con succo di kiwi o altri interferenti fino a 5 minuti prima di effettuare il tampone”. Che poi sarebbe come dire di non mettere il gatto nel forno a microonde, perché le istruzioni devono riferirsi al ragionevole uso che il prodotto deve avere e non agli usi più strampalati che qualche buontempone può pensare di testa sua. Anche perché a questo punto sarebbe lecito provare tanti altri potenziali interferenti per evitare falsi positivi. Ci viene in mente che potrebbero interferire: il liquido per radiatori, la soda caustica, l’urina di gatto, lo sterco di capra, lo smacchiatore spray ecc. ecc. Tutte cose con cui difficilmente uno si fa dei gargarismi.... O se lo facesse farebbe bene a rivolgersi ad uno psicologo, meglio se bravo, prima di preoccuparsi di COVID.
Invece al simpatico medico del video non consiglieremmo un bravo psicologo, ma semplicemente di andare a ripetizione di Biochimica Clinica. E se fossimo nell’Ordine dei Medici, glielo consiglieremmo vivamente.
*La specificità analitica definisce quanto il test distingue tra l'analita target e altri componenti presenti nella matrice in esame.
La sensibilità analitica si riferisce a quanto analita il metodo può individuare (limite di rilevazione), questa misurazione è bene che sia eseguita in presenza di possibili e ragionevoli interferenze di diversa natura (componenti della matrice, sostanze degradanti, legami aspecifici di reagenti a una fase solida, anticorpi vaccinali). Ma a chi, sano di mente, verrebbe la brillante idea di includere il kiwi tra gli interferenti? Tra gli interferenti è giusto considerare sostanze che potrebbero essere ragionevolmente presenti nel muco che viene “tamponato”: ad esempio, siccome il muco viene prelevato dal naso-faringe, si potrebbe al più verificare se gli spray decongestionanti nasali interferiscono...ma vivaddio, non certo il kiwi!!