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Subject: Libertà d’opinione o di stampa...
bellissima sintesi, chi è sto Andrea Zhok?
Sicuro di non conoscerlo?? E' un professore di filosofia, è piuttosto presente in rete.
Lo seguo poco perché lo trovo palloso :-D
Qui un suo contributo (ne ho visto solo un pezzo, poi appunto mi sono rotto :-D
Sicuro di non conoscerlo?? E' un professore di filosofia, è piuttosto presente in rete.
Lo seguo poco perché lo trovo palloso :-D
Qui un suo contributo (ne ho visto solo un pezzo, poi appunto mi sono rotto :-D
Vero, ma non lo sei nemmeno tu. Come fai a conoscerli o meglio a negare quelli che vengono conclamati?
Te l'ho scritto nella parte che non hai quotato: "Ma tu non sei un insider, non sai nulla di quali siano i reali obbiettivi: puoi solo osservare le mosse e documentarti meglio (molto meglio) per stimarli paragonandole alla gestione di casi simili, alla logica, alla legge, al momento storico."
Ohhh specchietto per allodole, abbiamo centrato il punto tanto caro a voi. Mi dici su quale fonte dovrei informarmi per arrivare a questa conclusione?
Poi spiegami anche perché lo stesso specchietto non sia stato usato per Musk che è pure Putiniano.
Musk ha appena dichiarato che "teme di essere il prossimo" criticando il fermo di Durov. Ma proprio la disparità di trattamento è evidentemente qualcosa che dovrebbe aumentare i tuoi dubbi, non cristallizzare certezze.
Ti do anche io un consiglio di amico: non cadere anche tu nella trappola "più dubbi ho piú sono intelligente" perché averne qualcuno è un conto, averne su qualsiasi cosa è da deficienti
Ma qui non siamo al dubitare su tutto: siamo alla fatica immane che provi a spostarti verso il dubbio, qualsiasi esso sia. Sembra quasi che tu ne faccia un questione di appartenenza, per scelta o per suggestione che sia allo stesso modo non sei libero.
Non ti ho mai letto dichiararti dubbioso su nulla, al contrario vivi sereno di certezze che -guarda te- sono sempre quelle che arrivano dalle versioni ufficiali dei tiggì. Al punto che l'unica variabile è nella dose di critiche e perculamenti che arrivano dalla tua direzione verso quelli che osano dubitare: praticamente un Imam. Non ci si può trovare sempre e comunque dal lato del padrone, è patologico come lo stato mentale di chi va sempre contro.
Detto questo, mi chiedi "dove ti puoi informare". Per me sarebbe bene quantomeno iniziare a leggere qualcosa, qualsiasi cosa: questo è solo un esempio di come tu possa facilmente trovare argomenti a supporto dell'ipotesi che questo arresto sia una mossa da regime nordcoreano.
Telegram, crittografia o copyright? Cosa c’è dietro l’arresto di Pavel Durov (che ha nemici potenti)
Fulvio Sarzana
L’arresto di Pavel Durov in Francia, il fondatore del popolare servizio di messaggistica basato sulla crittografia, Telegram, usato da milioni di utenti in tutto il mondo, per apparente complicità in fatti criminosi compiuti dagli utenti della piattaforma, induce alcune riflessioni, chiaramente preliminari, almeno sino a che non siano disponibili gli atti di inchiesta francesi. Non si conoscono naturalmente i dettagli del fermo, ma qualche considerazione è comunque esprimerla innanzitutto sulla stessa figura di Pavel Durov.
Durov è cittadino francese, oltre che cittadino russo, ed è residente a Dubai, negli Emirati Arabi, ove ha sede la sua creatura più recente, ovvero la piattaforma di messaggistica istantanea basata sulla crittografia, la nota Telegram. La cittadinanza francese potrebbe giustificare il fermo nei confronti di Durov dal momento che apparirebbe dubbio che uno Stato Europeo abbia potestà sanzionatoria (oltretutto penale) rispetto a servizi di messaggistica worlwide, nei confronti di una piattaforma che ha sede negli Emirati Arabi Uniti, paese tra l’altro, ove vige una disciplina rigidissima in tema di traffico di droga e pedofilia, e che non sembra, allo stato attuale aver iniziato alcun procedimento nei confronti di Durov.
Da questo punto di vista il fermo non apparirebbe giustificato nemmeno in base al Digital service ACT europeo, che si è occupato delle responsabilità delle piattaforme per i contenuti illeciti veicolati dai propri utenti.
Quest’ultima norma ha incluso tra i soggetti destinatari anche le piattaforma di messaggistica istantanea, vi è dubbio però che valgano anche in quel caso gli altri princìpi contenuti nella stessa disposizione, e che sono mutuati direttamente dalle norme comunitarie vigenti sin dagli anni 2000 in Europa, ovvero la sostanziale non responsabilità delle piattaforme di “mere conduit” che si limitano al semplice trasporto dei messaggi da un utente all’altro, e il principio dell’applicazione della legge del paese di origine, che escluderebbe l’applicazione della legge di uno Stato qualsiasi (prima di tutto la Francia), anche se connesso alla piattaforma.
Contrariamente a quanto si è letto e sentito, Durov è tutto tranne che un amico dell’establishment russo attualmente al potere: infatti dopo una iniziale infatuazione in funzione anti-occidentale del governo russo per la sua prima creatura ovvero VKontakte, il Facebook russo, che è diventato in pochi anni il social network più diffuso in Russia, Ucraina e nelle repubbliche dell’ex Unione Sovietica (Bielorussia, Armenia, Kazakistan) con un totale di 100 milioni di utenti, Durov è stato costretto a lasciare la Russia nel 2014 dopo essersi rifiutato di soddisfare le richieste del governo di chiudere le comunità di opposizione sulla sua piattaforma di social media VK, che ha venduto.
E la reazione dei vertici russi all’arresto è stata non a caso molto fredda: il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, commentando il fermo del fondatore di Telegram in Francia, ha infatti affermato: “Durov ha sbagliato calcoli, per Occidente è pericoloso”; mentre la portavoce del Ministero degli Esteri russa, Maria Zakharova, ha dichiarato che “l’ambasciata russa a Parigi si è messa immediatamente al lavoro, come è consuetudine” in caso di detenzione di cittadini russi all’estero. Ha inoltre ricordato che molte ong internazionali avevano condannato nel 2018 la decisione di un tribunale russo di bloccare Telegram, decisione che non è mai stata pienamente attuata. “Pensate che questa volta si appelleranno per chiedere il rilascio di Durov o resteranno in silenzio?”, ha chiesto sulla sua pagina Telegram.
Già con Vkontakte Durov si era comunque fatto dei nemici potenti: ovvero le lobby internazionali del copyright che gliela hanno giurata, per via dell’ascolto su Vkontakte da parte dei giovani russi, di molte canzoni e film soggette al copyright occidentale, livore rinnovato oggi con la messaggistica di Telegram che sfugge, per la stessa conformazione del software crittografico, a controlli centralizzati.
La filosofia di Durov, per alcuni aspetti simile a quella espressa dal fondatore di Megaupload, il contestato Kim Dot Com, oggetto in anni passati di una querelle giudiziaria internazionale non ancora risolta, è quella di una sostanziale equidistanza da qualsiasi organismo nazionale od internazionale (sia esso il Cremlino, o gli Stati Uniti o l’Unione Europea) in grado di influenzare la libertà di espressione e di circolazione di idee tra utenti, al punto di ricordare, qualche mese fa in una intervista all’ex giornalista di Fox Tucker Carlson che, secondo lui il governo degli Stati Uniti voleva una backdoor su Telegram per poter potenzialmente spiare i suoi utenti. “L’attenzione dell’FBI è stata una delle ragioni per cui Durov ho abbandonato l’idea di fondare la società a San Francisco”.
Nella stessa intervista Durov aveva fatto alcune affermazioni anche su Apple e Google: “Queste due piattaforme possono essenzialmente censurare tutto ciò che puoi leggere sul tuo smartphone. Lo mettono in chiaro: se non rispettiamo le loro regole, come le chiamano loro, rimuoveranno Telegram dalle [loro] applicazioni”.
Non si comprende allo stato se siano queste le motivazioni o vi sia dell’altro, è incontestabile tuttavia che le posizioni “indipendenti” di Durov siano risultate spesso scomode e che un sistema di crittografia all’apparenza inviolabile in grado di proteggere del tutto le comunicazioni tra utenti sia “fumo” negli occhi delle Autorità. Lo dimostrano i casi del recente passato, primo fra tutti quello dell’ordine di sblocco di Iphone utili per le indagini ad opera dell’Fbi, rifiutato dalla Apple, ed ancor prima la nota querelle insorta tra il fondatore del software crittografico PGP, Phil Zimmermann, che si era rifiutato di fornire al governo degli Usa delle backdoor inserite nel suo software di grande diffusione e che fu quindi accusato di pirateria informatica e addirittura di “esportazione illegale di materiale bellico”, accusa giustificata dal fatto che il governo degli Stati uniti includeva tra il materiale bellico anche il software crittografico.
Te l'ho scritto nella parte che non hai quotato: "Ma tu non sei un insider, non sai nulla di quali siano i reali obbiettivi: puoi solo osservare le mosse e documentarti meglio (molto meglio) per stimarli paragonandole alla gestione di casi simili, alla logica, alla legge, al momento storico."
Ohhh specchietto per allodole, abbiamo centrato il punto tanto caro a voi. Mi dici su quale fonte dovrei informarmi per arrivare a questa conclusione?
Poi spiegami anche perché lo stesso specchietto non sia stato usato per Musk che è pure Putiniano.
Musk ha appena dichiarato che "teme di essere il prossimo" criticando il fermo di Durov. Ma proprio la disparità di trattamento è evidentemente qualcosa che dovrebbe aumentare i tuoi dubbi, non cristallizzare certezze.
Ti do anche io un consiglio di amico: non cadere anche tu nella trappola "più dubbi ho piú sono intelligente" perché averne qualcuno è un conto, averne su qualsiasi cosa è da deficienti
Ma qui non siamo al dubitare su tutto: siamo alla fatica immane che provi a spostarti verso il dubbio, qualsiasi esso sia. Sembra quasi che tu ne faccia un questione di appartenenza, per scelta o per suggestione che sia allo stesso modo non sei libero.
Non ti ho mai letto dichiararti dubbioso su nulla, al contrario vivi sereno di certezze che -guarda te- sono sempre quelle che arrivano dalle versioni ufficiali dei tiggì. Al punto che l'unica variabile è nella dose di critiche e perculamenti che arrivano dalla tua direzione verso quelli che osano dubitare: praticamente un Imam. Non ci si può trovare sempre e comunque dal lato del padrone, è patologico come lo stato mentale di chi va sempre contro.
Detto questo, mi chiedi "dove ti puoi informare". Per me sarebbe bene quantomeno iniziare a leggere qualcosa, qualsiasi cosa: questo è solo un esempio di come tu possa facilmente trovare argomenti a supporto dell'ipotesi che questo arresto sia una mossa da regime nordcoreano.
Telegram, crittografia o copyright? Cosa c’è dietro l’arresto di Pavel Durov (che ha nemici potenti)
Fulvio Sarzana
L’arresto di Pavel Durov in Francia, il fondatore del popolare servizio di messaggistica basato sulla crittografia, Telegram, usato da milioni di utenti in tutto il mondo, per apparente complicità in fatti criminosi compiuti dagli utenti della piattaforma, induce alcune riflessioni, chiaramente preliminari, almeno sino a che non siano disponibili gli atti di inchiesta francesi. Non si conoscono naturalmente i dettagli del fermo, ma qualche considerazione è comunque esprimerla innanzitutto sulla stessa figura di Pavel Durov.
Durov è cittadino francese, oltre che cittadino russo, ed è residente a Dubai, negli Emirati Arabi, ove ha sede la sua creatura più recente, ovvero la piattaforma di messaggistica istantanea basata sulla crittografia, la nota Telegram. La cittadinanza francese potrebbe giustificare il fermo nei confronti di Durov dal momento che apparirebbe dubbio che uno Stato Europeo abbia potestà sanzionatoria (oltretutto penale) rispetto a servizi di messaggistica worlwide, nei confronti di una piattaforma che ha sede negli Emirati Arabi Uniti, paese tra l’altro, ove vige una disciplina rigidissima in tema di traffico di droga e pedofilia, e che non sembra, allo stato attuale aver iniziato alcun procedimento nei confronti di Durov.
Da questo punto di vista il fermo non apparirebbe giustificato nemmeno in base al Digital service ACT europeo, che si è occupato delle responsabilità delle piattaforme per i contenuti illeciti veicolati dai propri utenti.
Quest’ultima norma ha incluso tra i soggetti destinatari anche le piattaforma di messaggistica istantanea, vi è dubbio però che valgano anche in quel caso gli altri princìpi contenuti nella stessa disposizione, e che sono mutuati direttamente dalle norme comunitarie vigenti sin dagli anni 2000 in Europa, ovvero la sostanziale non responsabilità delle piattaforme di “mere conduit” che si limitano al semplice trasporto dei messaggi da un utente all’altro, e il principio dell’applicazione della legge del paese di origine, che escluderebbe l’applicazione della legge di uno Stato qualsiasi (prima di tutto la Francia), anche se connesso alla piattaforma.
Contrariamente a quanto si è letto e sentito, Durov è tutto tranne che un amico dell’establishment russo attualmente al potere: infatti dopo una iniziale infatuazione in funzione anti-occidentale del governo russo per la sua prima creatura ovvero VKontakte, il Facebook russo, che è diventato in pochi anni il social network più diffuso in Russia, Ucraina e nelle repubbliche dell’ex Unione Sovietica (Bielorussia, Armenia, Kazakistan) con un totale di 100 milioni di utenti, Durov è stato costretto a lasciare la Russia nel 2014 dopo essersi rifiutato di soddisfare le richieste del governo di chiudere le comunità di opposizione sulla sua piattaforma di social media VK, che ha venduto.
E la reazione dei vertici russi all’arresto è stata non a caso molto fredda: il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, commentando il fermo del fondatore di Telegram in Francia, ha infatti affermato: “Durov ha sbagliato calcoli, per Occidente è pericoloso”; mentre la portavoce del Ministero degli Esteri russa, Maria Zakharova, ha dichiarato che “l’ambasciata russa a Parigi si è messa immediatamente al lavoro, come è consuetudine” in caso di detenzione di cittadini russi all’estero. Ha inoltre ricordato che molte ong internazionali avevano condannato nel 2018 la decisione di un tribunale russo di bloccare Telegram, decisione che non è mai stata pienamente attuata. “Pensate che questa volta si appelleranno per chiedere il rilascio di Durov o resteranno in silenzio?”, ha chiesto sulla sua pagina Telegram.
Già con Vkontakte Durov si era comunque fatto dei nemici potenti: ovvero le lobby internazionali del copyright che gliela hanno giurata, per via dell’ascolto su Vkontakte da parte dei giovani russi, di molte canzoni e film soggette al copyright occidentale, livore rinnovato oggi con la messaggistica di Telegram che sfugge, per la stessa conformazione del software crittografico, a controlli centralizzati.
La filosofia di Durov, per alcuni aspetti simile a quella espressa dal fondatore di Megaupload, il contestato Kim Dot Com, oggetto in anni passati di una querelle giudiziaria internazionale non ancora risolta, è quella di una sostanziale equidistanza da qualsiasi organismo nazionale od internazionale (sia esso il Cremlino, o gli Stati Uniti o l’Unione Europea) in grado di influenzare la libertà di espressione e di circolazione di idee tra utenti, al punto di ricordare, qualche mese fa in una intervista all’ex giornalista di Fox Tucker Carlson che, secondo lui il governo degli Stati Uniti voleva una backdoor su Telegram per poter potenzialmente spiare i suoi utenti. “L’attenzione dell’FBI è stata una delle ragioni per cui Durov ho abbandonato l’idea di fondare la società a San Francisco”.
Nella stessa intervista Durov aveva fatto alcune affermazioni anche su Apple e Google: “Queste due piattaforme possono essenzialmente censurare tutto ciò che puoi leggere sul tuo smartphone. Lo mettono in chiaro: se non rispettiamo le loro regole, come le chiamano loro, rimuoveranno Telegram dalle [loro] applicazioni”.
Non si comprende allo stato se siano queste le motivazioni o vi sia dell’altro, è incontestabile tuttavia che le posizioni “indipendenti” di Durov siano risultate spesso scomode e che un sistema di crittografia all’apparenza inviolabile in grado di proteggere del tutto le comunicazioni tra utenti sia “fumo” negli occhi delle Autorità. Lo dimostrano i casi del recente passato, primo fra tutti quello dell’ordine di sblocco di Iphone utili per le indagini ad opera dell’Fbi, rifiutato dalla Apple, ed ancor prima la nota querelle insorta tra il fondatore del software crittografico PGP, Phil Zimmermann, che si era rifiutato di fornire al governo degli Usa delle backdoor inserite nel suo software di grande diffusione e che fu quindi accusato di pirateria informatica e addirittura di “esportazione illegale di materiale bellico”, accusa giustificata dal fatto che il governo degli Stati uniti includeva tra il materiale bellico anche il software crittografico.
al contrario vivi sereno di certezze
Questo è il classico esempio di supponenza tipico di voi dubitatori dell'universo. Ma chi ti dice che vivo di certezze?
Con un pó di attenzione, se proprio vuoi spulciare i miei post passati, ero si pro vax ma al tempo stesso no green pass. Quindi direi che Non ci si può trovare sempre e comunque dal lato del padrone, é facilmente smentibile.
E ci sono miriadi di argomenti in cui non ho espresso opinioni proprio perché non ho certezze (vedi guerra).
Poi mi "accusi" di informarmi meglio e mi copi un articolo del Fatto Quotidiano. Eh già, l'avevo già letto, credo di essere tra quelli di leggere di più in sokker.
E come vedi esistono articoli della stampa di regime a supporto della tua tesi. Ma questa stampa nazionale è di regime oppure no? Il complotto mondiale si sta accartocciando sempre di più.
Musk ha appena dichiarato che "teme di essere il prossimo"
Il vittimismo di Musk è aberrante, non so cosa ne pensano i miei padroni. Ma stai tranquillo, nessuno lo toccherà
(edited)
Questo è il classico esempio di supponenza tipico di voi dubitatori dell'universo. Ma chi ti dice che vivo di certezze?
Con un pó di attenzione, se proprio vuoi spulciare i miei post passati, ero si pro vax ma al tempo stesso no green pass. Quindi direi che Non ci si può trovare sempre e comunque dal lato del padrone, é facilmente smentibile.
E ci sono miriadi di argomenti in cui non ho espresso opinioni proprio perché non ho certezze (vedi guerra).
Poi mi "accusi" di informarmi meglio e mi copi un articolo del Fatto Quotidiano. Eh già, l'avevo già letto, credo di essere tra quelli di leggere di più in sokker.
E come vedi esistono articoli della stampa di regime a supporto della tua tesi. Ma questa stampa nazionale è di regime oppure no? Il complotto mondiale si sta accartocciando sempre di più.
Musk ha appena dichiarato che "teme di essere il prossimo"
Il vittimismo di Musk è aberrante, non so cosa ne pensano i miei padroni. Ma stai tranquillo, nessuno lo toccherà
(edited)
Sempre di Andrea Zok:
Alcuni esempi applicativi del nuovo modello di diritto europeo, quello che ha preso forma con il DSA e che viene applicato nel caso Durov.
1) Arrestata la ministra degli interni tedesca per complicità nel plurimo omicidio a Solingen, da parte di un immigrato siriano. La ministra ha infatti permesso, non bloccando a monte i processi di immigrazione e ospitalità, che l’omicidio si perpetrasse.
2) Arrestato il rettore Z dell’Università XY (metterci quasi qualunque ateneo) per complicità nell’attività di spaccio di stupefacenti che si verifica negli edifici sotto propria responsabilità. Il rettore ha infatti permesso, non intervenendo a monte, che il reato di spaccio si perpetrasse.
3) Arrestato il barista Mario, proprietario del bar Sport, dove Peppe lo Sporco e Garcia Ignazio Barroso detto U’Carcamagnu si sono messi d’accordo per rapinare il tabacchino di fronte. Avrebbe potuto mettere una microspia per ascoltare le loro conversazioni e denunciarli, ma non l’ha fatto.
Continuate a piacimento.
Alcuni esempi applicativi del nuovo modello di diritto europeo, quello che ha preso forma con il DSA e che viene applicato nel caso Durov.
1) Arrestata la ministra degli interni tedesca per complicità nel plurimo omicidio a Solingen, da parte di un immigrato siriano. La ministra ha infatti permesso, non bloccando a monte i processi di immigrazione e ospitalità, che l’omicidio si perpetrasse.
2) Arrestato il rettore Z dell’Università XY (metterci quasi qualunque ateneo) per complicità nell’attività di spaccio di stupefacenti che si verifica negli edifici sotto propria responsabilità. Il rettore ha infatti permesso, non intervenendo a monte, che il reato di spaccio si perpetrasse.
3) Arrestato il barista Mario, proprietario del bar Sport, dove Peppe lo Sporco e Garcia Ignazio Barroso detto U’Carcamagnu si sono messi d’accordo per rapinare il tabacchino di fronte. Avrebbe potuto mettere una microspia per ascoltare le loro conversazioni e denunciarli, ma non l’ha fatto.
Continuate a piacimento.
però del caso Durov e di Telegram in generale non so nulla, quindi nel dubbio mi dissocio :-D
Faccio notare questo:
https://www.adnkronos.com/spettacoli/povia-concerto-annullato-nichelino_6ZCtlxNaOl3t4jVa7bKOGh
Aggiungo: se c'è qualcuno lontano dai valori della democrazia è proprio il sindaco di Nichelino.
Ripeto: state vedendo come inizia il fascismo.
(edited)
https://www.adnkronos.com/spettacoli/povia-concerto-annullato-nichelino_6ZCtlxNaOl3t4jVa7bKOGh
Aggiungo: se c'è qualcuno lontano dai valori della democrazia è proprio il sindaco di Nichelino.
Ripeto: state vedendo come inizia il fascismo.
(edited)
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/27/zuckerberg-rivela-nel-2021-lamministrazione-biden-ci-ha-chiesto-di-censurare-contenuti-sul-covid/7670343/
cose che si sanno da tempo, ma sentirle dire dalla fonte probabilmente convicerà gli scettici e quelli che davvero ancora credono che la censura si faccia "per il bene" di qualcuno.
cose che si sanno da tempo, ma sentirle dire dalla fonte probabilmente convicerà gli scettici e quelli che davvero ancora credono che la censura si faccia "per il bene" di qualcuno.
cose che si sanno da tempo
E che i factchekers spacciavano per complottismo. Anche qui qualcuno diceva che era una teoria del complotto la censura dei social media.
Questo per fare quadrare il cerchio: i factchekers non sono altro che il cane da guardia della censura.
E che i factchekers spacciavano per complottismo. Anche qui qualcuno diceva che era una teoria del complotto la censura dei social media.
Questo per fare quadrare il cerchio: i factchekers non sono altro che il cane da guardia della censura.
cose che si sanno da tempo
E che i factchekers spacciavano per complottismo. Anche qui qualcuno diceva che era una teoria del complotto la censura dei social media.
Questo per fare quadrare il cerchio: i factchekers non sono altro che il cane da guardia della censura.
E che i factchekers spacciavano per complottismo. Anche qui qualcuno diceva che era una teoria del complotto la censura dei social media.
Questo per fare quadrare il cerchio: i factchekers non sono altro che il cane da guardia della censura.
Come al solito mischi pizza e marmellata. La censura avveniva sulle boiate e si può discutere se sia giusto o meno, ma sempre boiate restano, poi smentite dai fact checkers
Pupe dice che è giusto far scrivere boiate a prescindere, io dico che dipende dall'argomento.
Poi leggendo l'articolo dice anche che il governo ha lasciato troppo spazio alle cavolate e vabbe
Poi leggendo l'articolo dice anche che il governo ha lasciato troppo spazio alle cavolate e vabbe
Ah e poi chiudo, per chiarire: Il complotto era dire "il vaccino uccide" non la censura sui social
Poi mi "accusi" di informarmi meglio e mi copi un articolo del Fatto Quotidiano
A parte che non è "un articolo del FQ", bensì il post del blog di tale Sarzana ospitato dal FQ (tali spazi sono estensioni volute per accogliere punti di vista diversi e anche contrari alla linea editoriale, questo un fresco esempio di atlantismo estremo sulla guerra in Ucraina), non capisco la contestazione.
In un determinato contesto ci si informa seguendone storia e vicende. Puoi benissimo approfondire da un articolo che tocca vari temi, prendendone uno.
Il penultimo è proprio il caso di Kim Dotcom: molto più borderline rispetto al contesto criminale, ma ti fa capire come si muovono nel caso qualcuno inizi ad avere troppi nemici. Conviene sempre andare d'accordo con chi comanda... e non lo scopriamo certo ora. Basta però che non mi si venga a raccontare che è giusto allinearsi per questo o quel nobile motivo.
A parte che non è "un articolo del FQ", bensì il post del blog di tale Sarzana ospitato dal FQ (tali spazi sono estensioni volute per accogliere punti di vista diversi e anche contrari alla linea editoriale, questo un fresco esempio di atlantismo estremo sulla guerra in Ucraina), non capisco la contestazione.
In un determinato contesto ci si informa seguendone storia e vicende. Puoi benissimo approfondire da un articolo che tocca vari temi, prendendone uno.
Il penultimo è proprio il caso di Kim Dotcom: molto più borderline rispetto al contesto criminale, ma ti fa capire come si muovono nel caso qualcuno inizi ad avere troppi nemici. Conviene sempre andare d'accordo con chi comanda... e non lo scopriamo certo ora. Basta però che non mi si venga a raccontare che è giusto allinearsi per questo o quel nobile motivo.
Marco Travaglio
Libertà vigilata
27 Agosto 2024
Siamo talmente mal messi che ci tocca difendere Povia. Invitato a presiedere la giuria di un talent a Nichelino e a esibirsi in un concerto, s’è visto annullare tutto dal sindaco per “la sua posizione sui diritti civili e la sua contrarietà ai vaccini, diverse dalla mia amministrazione”. Ma, sia chiaro, “non è una questione politica”. E invece è proprio una, anzi “la” questione politica. Tantopiù che quello è il 40° concerto che annullano al cantante. Se fosse per le sue qualità artistiche (secondo noi scarse, malgrado il primo posto a Sanremo 2006), nulla quaestio: se un cantante non ti piace, non lo inviti e morta lì. Ma se lo inviti e poi lo rimandi a casa per ciò che dice o pensa, si chiama censura.
Che in una democrazia liberale non ha cittadinanza, altrimenti la democrazia liberale smette di essere tale. Noi siamo vaccinati e vaccinisti (senza obblighi, però) e sosteniamo i diritti civili: ma fra questi c’è la libertà di espressione, di dissenso e pure di scempiaggine, purché non si torca un capello ad alcuno. E un cantante si giudica da come canta, non da ciò che pensa. Ma da quando esportiamo la democrazia, in casa ce ne resta sempre meno.
Tutti fremono di sdegno per un elenco di “agenti sionisti” da boicottare pubblicata sul web da un sedicente “Nuovo Pci”: giusto, non si fanno liste di proscrizione. Il guaio è che molti degli indignati speciali, e persino dei personaggi citati, dal 2022 compilano liste di proscrizione di “agenti putiniani” che non sono né agenti né putiniani, ma hanno il grave torto di non pensarla come loro sulla guerra russo-ucraina. Poi c’è l’arresto, nella patria dei Lumi e della Liberté, del fondatore della app Telegram, Pavel Durov, imprenditore russo con vari passaporti. Può darsi che sia il nuovo Barbablù, ma se l’accusa è che le chat del suo social network sono utilizzate, grazie alla loro particolare segretezza, da organizzazioni criminali, oltreché da milioni di russi, di occidentali e persino da Zelensky, il suo arresto ci ripugna.
E ci fanno scompisciare i giornaloni furiosi con “l’internazionale sovranista” dei Musk e dei Salvini che difendono Durov, ovviamente per conto di Putin. Durov fuggì proprio dalla Russia, che nel 2018 voleva bloccargli Telegram. Solo che allora l’Occidente protestò e Amnesty urlò: “Giù le mani dalla libertà di espressione”. Ora invece tutti tacciono quando il commissario macroniano Ue Thierry Breton minaccia di bandire X perché Musk è trumpiano e non fa come Zuckerberg, che mette le censure e le fake news di Facebook, Messenger, Instagram e WhatsApp al servizio dell’altra banda: quella “democratica” dei Biden e delle Harris, i “buoni” che possono fare come o peggio dei “cattivi” in ragione della loro innata bontà.
Più combattiamo la Russia e più le somigliamo.
Libertà vigilata
27 Agosto 2024
Siamo talmente mal messi che ci tocca difendere Povia. Invitato a presiedere la giuria di un talent a Nichelino e a esibirsi in un concerto, s’è visto annullare tutto dal sindaco per “la sua posizione sui diritti civili e la sua contrarietà ai vaccini, diverse dalla mia amministrazione”. Ma, sia chiaro, “non è una questione politica”. E invece è proprio una, anzi “la” questione politica. Tantopiù che quello è il 40° concerto che annullano al cantante. Se fosse per le sue qualità artistiche (secondo noi scarse, malgrado il primo posto a Sanremo 2006), nulla quaestio: se un cantante non ti piace, non lo inviti e morta lì. Ma se lo inviti e poi lo rimandi a casa per ciò che dice o pensa, si chiama censura.
Che in una democrazia liberale non ha cittadinanza, altrimenti la democrazia liberale smette di essere tale. Noi siamo vaccinati e vaccinisti (senza obblighi, però) e sosteniamo i diritti civili: ma fra questi c’è la libertà di espressione, di dissenso e pure di scempiaggine, purché non si torca un capello ad alcuno. E un cantante si giudica da come canta, non da ciò che pensa. Ma da quando esportiamo la democrazia, in casa ce ne resta sempre meno.
Tutti fremono di sdegno per un elenco di “agenti sionisti” da boicottare pubblicata sul web da un sedicente “Nuovo Pci”: giusto, non si fanno liste di proscrizione. Il guaio è che molti degli indignati speciali, e persino dei personaggi citati, dal 2022 compilano liste di proscrizione di “agenti putiniani” che non sono né agenti né putiniani, ma hanno il grave torto di non pensarla come loro sulla guerra russo-ucraina. Poi c’è l’arresto, nella patria dei Lumi e della Liberté, del fondatore della app Telegram, Pavel Durov, imprenditore russo con vari passaporti. Può darsi che sia il nuovo Barbablù, ma se l’accusa è che le chat del suo social network sono utilizzate, grazie alla loro particolare segretezza, da organizzazioni criminali, oltreché da milioni di russi, di occidentali e persino da Zelensky, il suo arresto ci ripugna.
E ci fanno scompisciare i giornaloni furiosi con “l’internazionale sovranista” dei Musk e dei Salvini che difendono Durov, ovviamente per conto di Putin. Durov fuggì proprio dalla Russia, che nel 2018 voleva bloccargli Telegram. Solo che allora l’Occidente protestò e Amnesty urlò: “Giù le mani dalla libertà di espressione”. Ora invece tutti tacciono quando il commissario macroniano Ue Thierry Breton minaccia di bandire X perché Musk è trumpiano e non fa come Zuckerberg, che mette le censure e le fake news di Facebook, Messenger, Instagram e WhatsApp al servizio dell’altra banda: quella “democratica” dei Biden e delle Harris, i “buoni” che possono fare come o peggio dei “cattivi” in ragione della loro innata bontà.
Più combattiamo la Russia e più le somigliamo.
La censura avveniva sulle boiate e si può discutere se sia giusto o meno, ma sempre boiate restano, poi smentite dai fact checkers
Falso. Hanno censurato, senza distinzioni. Prego leggere il comunicato.
Esempio: miocarditi.
I factchekers avevano il coraggio di dire che non esisteva censura.
Come sempre sei più realista del re.
E
Falso. Hanno censurato, senza distinzioni. Prego leggere il comunicato.
Esempio: miocarditi.
I factchekers avevano il coraggio di dire che non esisteva censura.
Come sempre sei più realista del re.
E
Poi leggendo l'articolo dice anche che il governo ha lasciato troppo spazio alle cavolate e vabbe
Rilevo che stai confessando di avere un atteggiamento fascista.
Il governo avrebbe quindi la verità infusa?
Rilevo che stai confessando di avere un atteggiamento fascista.
Il governo avrebbe quindi la verità infusa?