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Subject: [Attualità]

2024-12-11 22:10:33
Aggiungo una cosa. Secondo me la Egonu non riuscirà ancora a lungo a tenere dietro la Antropova.
E comunque la migliore è e resta Gabi
2024-12-11 22:17:42
Tutto giusto quello che alleghi

Il titolo e sottotitolo scrivono di una cioccoegonu super chiacchierata e di un'atleta russa ignorata.

I media ignorano la russa. Tutto quello che scrivi giustamente tu e i commenti idioti su Velasco cosa c'entrano?
2024-12-11 22:43:58
L'idiozia è pensare di aver capito tutto meglio di Velasco e, cosa implicita, che dietro le scelte di Velasco non ci sia la competenza ma la sociologia.
Quando la fame della Antropova la spingerà a prendere il posto della Egonu sentiremo senz'altro anche gli idioti dell'altro versante impegnati a sostenere che sia il razzismo la ragione.

Infine, i media non ignorano la Antropova ma Scandicci e più che la Egonu dall'altra parte c'è Milano
(edited)
2024-12-12 12:20:22
2024-12-12 14:24:44
Definitiva
2024-12-12 17:07:12
Ma un video senza il "portalike" sotto in bella vista ce l'ha?
2024-12-12 17:35:13
Non credo, ma di sicuro ha fatto un video sull'argomento :)
2024-12-12 17:45:57
Ovvio che no, mica per niente. Perché così mentre ti parla sei portato automaticamente a darle ragione
2024-12-12 19:40:22
Sarete sempre dei dilettanti confrontati a lei

https://yasminapani.it/masterclass-sul-sexting/
2024-12-12 22:21:16
97€ per sentirsi "Un pesce di nome Wanda". Sto scoprendo nuovi eco-sistemi! XD
2024-12-12 23:55:21
I prezzi che finiscono col 7 come un fuffaguru qualsiasi. Qui mi è scaduta (ma i corsi ovviamente saranno confezionati da agenzie che la aiutano)
2024-12-13 01:50:14
Non volevo si pensasse fosse un essere perfetto e i 97 la umanizzano :)
2024-12-13 20:09:43
Non è successo niente
8 h ·
- Zio, però sei una pippa.
- Eh, non c'ho più la mano.
- Ma ci giocavi ai videogiochi alla mia età?
- Certo che ci giocavo, quanto pensi che sia vecchio?
- E a che giocavi?
- Ma che ne so. A Super Mario.
- Pure io! Sulla Switch!
- Ma mica il tuo Super Mario. Questo era il primo, Super Mario Bros. Quattro pixel incollati con lo sputo. Pensa che c'erano solo due personaggi: Mario e Luigi.
- E che facevano?
- Eh, Mario era un poveraccio di idraulico che ogni partita doveva correre e saltare e schivare e abbassarsi in un mondo che faceva di tutto per ucciderlo, che progettava ogni livello per rendergli la vita impossibile.
- E lui?
- E lui niente. Lui stoico. Saltava da una pedana instabile a un'altra sperando di non precipitare nel vuoto.
- E se precipitava?
- Se precipitava, doveva sperare di avere ancora abbastanza vite. Altrimenti game over. Ma se riusciva a superare gli ostacoli, se miracolosamente evitava di venire ammazzato da tutti i nemici, di essere bruciato, congelato, mangiato, allora forse poteva arrivare ad affrontare Bowser il cattivo di turno.
- E Luigi?
- Luigi gli sparava.
- In che senso?
- Gli sparava. Così, per strada come un cane.
- Ma... ma... non saltava?
- No, no. Niente saltelli, niente schivate. Due colpi in fronte e via. Ti vedo turbato.
- Un po'.
- Vuoi un altro videogioco?
- Sì.
- C'era Zelda. Con Link che era questo folletto armato di spada che doveva sconfiggere tutta una serie di nemici fino ad affrontare Ganondorf, il tiranno malvagio.
- Sembra molto...
- Oppure potevi prendere Luigi che gli sparava.
- Pure qua!
- Pure qua.
- Ma... ma...
- Oppure c'era Sonic. Tu hai visto il film di Sonic, giusto?
- Sì.
- Ecco, in Sonic tu eri sto istrice blu che correva come un pazzo per raccogliere due spicci e magari battere il malvagio Dottor Eggman. Oppure potevi scegliere Tails che era un buffo volpino che volava in giro usando la coda.
- Bello.
- Vero?
- Sì.
- Oppure Luigi che gli sparava.
- Eh no, dai.
- Sì, sì. Un bel colpo alla testa al dottore e passa la paura.
- Ma, zio...
- Diablo! Giocone! Potevi scegliere fra il barbaro, la maga, l'amazzone e Luigi.
- Eh no!
- Che gli sparava a Diablo. Dritto per dritto. Diablo? Pémpém. Fine dei juegos.
- Zio, ti prego...
- GTA, pieno di Luigi! Pieno!
- Zio!
- Eh?
- Ma sto Luigi stava in tutti i giochi.
- Eh sì. E devi sapere che era molto apprezzato. C'era chi lo giustificava Luigi, chi ci faceva i meme, pure chi lo sessualizzava un po'. Era diventato una specie di simbolo.
- Un simbolo di che?
- Dell'anticapitalismo. Dell'antisistema. Dopo tutti quei personaggi da cabinato morti per colpa di livelli impossibili, tutti quei poveri pixel immolati a boss punitivi e difficoltà mal calibrate, finalmente c'era qualcuno che faceva giustizia.
- Ma era un tizio con la pistola.
- Certo.
- E a voi andava bene così?
- No, ovvio che no. Vedi, noi in fondo sapevamo che Luigi era solo un assassino e che il suo modo di affrontare il gioco era assolutamente sbagliato. E tutti quanti si sono subito affrettati a spiegarci come il gioco non si poteva mica giocare così, come fosse fondamentalmente scorretto anche solo immaginare Luigi come una soluzione. Che il cattivo si sconfiggeva alla vecchia maniera: affrontando i livelli, macinando esperienza, arrivando un poco alla volta a salvare magari un pezzettino di mondo o, perché no, diventando noi i cattivi.
- E voi?
- E noi d'accordo, per carità. Però, nelle sale giochi, Luigi continuava a essere molto apprezzato. E la cosa strana è che mentre eravamo tutti presi dal santificarlo o condannarlo, nessuno si è concentrato sul punto della faccenda.
- Quale punto?
- Il punto che se eravamo arrivati a giustificare un assassino, ci eravamo davvero rotti le palle dei cattivi.
2024-12-15 13:11:51
Speleologa bloccata nella grotta di Bueno Fonteno: è Ottavia Piana, fu salvata nel 2023 nello stesso Abisso

Ottà, damme retta: non è cosa
2024-12-16 10:03:35
2024-12-16 16:37:17
Non è successo niente ·

- Signora, posso aiutarla col bagaglio?
- Oh, che giovanotto gentile.
- Ecco, glielo tiro giù io.
- Meno male ce c’era lei. Io da sola non avrei proprio saputo come fare.
- Si figuri. Ecco qua.
- Sa, io sono vedova e per me viaggiare è sempre una specie di avventura.
- Se vuole glielo porto anche giù dal treno.
- Ma lei è davvero un angelo. Il cielo la manda.
- Ma no, per così poco.
- Aspetti.
- Cosa?
- Non avrà mica un cazzo di blog?
- Eh?
- Mi hai sentito benissimo brutto figlio di puttana. Non avrai mica un bloggaccio nascosto da qualche parte in cui romanzi queste interazioni?
- Io… no, signora…
- Quindi non volevi mettere sta vaccata che mi hai aiutato sui social?
- Ma come le viene in mente?
- Fammi vedere il cellulare.
- No.
- Il cellulare.
- …
- Ecco qua. “Ieri mentre andavo al supermercato”, “oggi mi è successa una cosa stranissima”, “sono sul regionale quando…”. Lo sapevo. E guarda, guarda, non finisce mai. Una lista infinita di vecchie, barboni, infermi e ragazzini.
- Posso spiegare.
- Sei una merda.
- Signora, non faccia così.
- Sei la Cosa di Carpenter?
- Prego?
- Pure sordo? Ho chiesto se sei l’alieno parassita mutaforma del film cult anni ’80 di John Carpenter.
- Io…
- Perché allora saresti giustificato, allora capirei. Assumi forma umana però non sai come si comportano gli esseri umani e allora goffamente improvvisi e il risultato è ancora più mostruoso. Dunque, sei tu un extraterrestre mutante?
- No.
- E allora sei una merda.
- Ma…
- Un produttore all’ingrosso di storielle morali all’aspartame.
- Non crede di stare esagerando?
- No, anzi, mi sto trattenendo. Rimettimi la valigia dove stava.
- Ma signora…
- Preferisco morire schiacciata sotto il peso del mio bagaglio piuttosto che diventare personaggio inconsapevole delle tue compiacenti storielle masturbatorie.
- Non faccio niente di male.
- Ah no? Niente di male? Per colpa tua e di quelli come te a me la gentilezza fa schifo.
- Che fa? Piange?
- Non mi fido più della gentilezza. E adesso ogni volta che qualcuno mi aiuta ad attraversare la strada o mi porta le borse della spesa penso che sia un sociopatico che si sta inondando le mutande di liquido pre-eiaculatorio al pensiero di correre a casa e mettere in prosa il fatto che si è comportato come un essere umano appena decente. Avete preso ogni atto di quotidiana sensibilità, lo avete plastificato, imbottito di zuccheri e ve lo siete rivenduto come una Nestlé dei buoni sentimenti. Lo so che siete stati menati da piccoli, lo so che non vi facevano giocare con gli altri, e mi dispiace. Ma ogni giorno che mi capita sotto gli occhi uno dei vostri stucchevoli deliri cristologici io prego, prego con tutta me stessa, in attesa di un inferno fatto di specchi e tastiere incandescenti, che qualcuno o qualcosa vi costringa a una colonscopia per guardarvi dentro. E magari ne approfitti per inocularvi un briciolo di senso del ridicolo che sopprima per sempre quell'istinto a condividere ogni invenzione della vostra perversa immaginazione.
Mi sta ascoltando?
Oggi mi è successa una cosa strana, forse speciale, giudicate voi.
Stavo per scendere dal treno quando vedo questa anziana signora cercare faticosamente di recuperare il bagaglio dalla cappelliera sopra il suo posto. Mi sono subito fatto avanti e l’ho aiutata. Un gesto piccolo, minuscolo, ma che l’ha fatta commuovere.
Con gli occhi lucidi di lacrime mi ha guardato.
“Non ci sono tanti giovani come lei”.
Ho sorriso imbarazzato, sapete quanto io detesti essere al centro dell’attenzione.
“Si figuri, signora. L’avrebbe fatto chiunque" ho risposto.
Lei ha ricambiato il sorriso, ha preso le mie mani fra le sue e ha detto “No, lei è unico. Lei è speciale”.
In stazione l’ho rivista, parlava di me al capotreno il quale, passando, mi ha fatto un cenno rispettoso.
Sono le piccole cose che fanno girare il mondo.
I minuscoli gesti di gentilezza. Quant’è importante, amici miei, la gentilezza.
Sapete, all’inizio questo episodio ho pensato di tenermelo per me, sicuro che vi avrebbe annoiato.
Ma poi ci ho pensato bene.
E mi son detto che un momento.
È più bello.
Se.
Viene.
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