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Subject: Cosa state ascoltando?
A proposito di funky 2... Donald Byrd (da Ethiopian Knights 1972 )
devo dire che ho qualche difficoltà coi Porcupine Tree e Steven Wilson ma la sincerità è fuori discussione
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Chi ha i fans migliori?
p.s. traccia bonus
vabbè, approfitto
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p.s. traccia bonus
vabbè, approfitto
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Mark-Almond, ovvero, come scrivere e suonare musica meravigliosa e restare sconosciuti ai più... il che è fantastico per chi li conosce a pensarci... che poi, chi non ha mai sentito questo dai...
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dunque oggi ascoltavo...
di pomeriggio i Faust... di cui posto le armi "leggere"
... e fino a poco fa, sottofondo musicale alla partita della Roma (We are all romans unconscious collective), i This Heat... pensavo potessero portare bene visto quanto stavano avanti :)
di pomeriggio i Faust... di cui posto le armi "leggere"
... e fino a poco fa, sottofondo musicale alla partita della Roma (We are all romans unconscious collective), i This Heat... pensavo potessero portare bene visto quanto stavano avanti :)
https://www.youtube.com/v/zIK1Vn6Va3w
https://www.youtube.com/v/AKgjOCuW_MU
alla batteria il mitico Jimbo akira, considerato il più grande batterista di tutti (dopo di me quando in curva sbagliavo a dare il tempo con i secchi di plastica e pigliavo dei nomi, un genio incompreso)
https://www.youtube.com/v/ImfLvR0mvgc
questi li sentii dal vivo, li facciamo ascoltare a gazza e scopigno che di musica ne sanno, per marvel mettiamo su questi che secondo lui sono meglio dei led zeppelin
https://www.youtube.com/v/jAaw9KDlc3Y
https://www.youtube.com/v/AKgjOCuW_MU
alla batteria il mitico Jimbo akira, considerato il più grande batterista di tutti (dopo di me quando in curva sbagliavo a dare il tempo con i secchi di plastica e pigliavo dei nomi, un genio incompreso)
https://www.youtube.com/v/ImfLvR0mvgc
questi li sentii dal vivo, li facciamo ascoltare a gazza e scopigno che di musica ne sanno, per marvel mettiamo su questi che secondo lui sono meglio dei led zeppelin
https://www.youtube.com/v/jAaw9KDlc3Y
Cioè, vabbè... ma il tastierista? Minoru Mukaiya è fantastico. Che poi son tutti virtuosi dello strumento... coi giapponesi abbiamo sempre il pregiudizio dell'autenticità; cioè, non discutiamo del talento tecnico ma tendiamo a considerarli imitatori dell'Occidente... magari è stato vero fino a, boh... anni Sessanta?, ma ormai è solo un pregiudizio.
Il Giappone è pieno di talenti e tesori, una strana commistione tra la musica occidentale e sonorità, tempi e sensibilità giapponesi. Uno dei paesi del Prog tra l'altro
Interessante quest'articolo su Rolling Stone... a parte il titolo ovviamente, perchè "artista fallito" lo dici a tua sorella :)
YouTube è il paradiso degli artisti falliti
“Non ho idea di come sono finita qui, ma sono felice che sia successo”. “Secondo la leggenda, chiunque abbia un qualche tipo di buon gusto prima o poi finirà qui, guidato dall’algoritmo di YouTube”. Con rispettivamente 4398 e 3004 like, i commenti più popolari in coda al video di Scenery, un oscuro album jazz del 1976 pubblicato dal pianista Ryo Fukui, rappresentano alla perfezione la sensazione di sorpresa che si prova attraversando lo strano percorso dei video raccomandati di YouTube. Un percorso che prima o poi, per qualche strano motivo, vi porterà in Giappone.
Funziona più o meno così: tutte le volte che lasciate che i vostri video su YouTube scorrano in automatico, l’algoritmo della piattaforma vi porterà automaticamente su un altro contenuto. I meccanismi specifici che regolano le scelte dell’algoritmo sono un segreto ben nascosto, ma conosciamo alcuni punti fondamentali: sfruttando le nostre abitudini sulla piattaforma – quali video guardiamo e per quanto tempo, cosa scriviamo nella barra di ricerca, i nostri like e dislike, le nostre iscrizioni – e tutti i dati personali a disposizione, YouTube seleziona un gruppo di video che dovrebbero corrispondere alle nostre preferenze.
Anche un algoritmo, però, ha i suoi gusti, soprattutto se il suo obiettivo è quello di farci restare il più a lungo possibile su un video, così da poterlo riempire di pubblicità – e accontentare chi quella pubblicità la paga, cioè i veri clienti di YouTube. Nel caso delle ultime elezioni americane, per esempio, l’80% dei video a tema consigliati da YouTube erano favorevoli a Trump. Nel caso della musica, l’algoritmo ha contribuito alla seconda giovinezza di Ryo Fukui e di un gruppo di musicisti giapponesi di fine anni ’70. Scenery, al momento in cui scrivo, conta più di 7 milioni di visualizzazioni. Green, un album di ambient minimale registrato nel 1986 dall’artista concettuale Hiroshi Yoshimura, quasi un milione e mezzo. Plastic Love, un singolo synth pop pubblicato nel 1984 da Mariya Takeuchi, era talmente consigliata da diventare un meme, e la cantante protagonista di un’infinità di parodie, opere su Tumblr e Deviantart. Through the Looking Glass di Midori Takada è passato dal semi-anonimato al secondo posto dei dischi più venduti su Discogs nel 2017, superato solo da Ok Computer dei Radiohead, e ha permesso alla percussionista di partire per il suo primo tour internazionale. “Quando questa nuova generazione ha ascoltato l’album”, ha detto Midori al New York Times, “ha sentito qualcosa di diverso. Oggi è facile suonare grazie all’elettronica, ma io ho fatto tutto con le mie mani. Persino i tecnici dello studio non capivano cosa volessi fare. Ero incompresa”.
Ma cos’hanno in comune tutti questi dischi, e perché l’algoritmo li privilegia con così tanta costanza? La prima ragione è tecnologica: video più lunghi di 10 minuti, e protetti da copyright “fumosi” come nel caso di album semi-sconosciuti caricati da normali utenti, sono perfetti per le pubblicità automatiche di YouTube. La seconda ragione, invece, è di natura culturale: il jazz e l’ambient giapponese sono vicini a tutta una serie di universi molto popolari in rete, come gli anime, la vaporwave, la videogame music, le varie community di beatmaker e così via.
Alcuni di questi album, poi, cambiano natura, si trasformano, hanno una vera e propria seconda vita. Watering a Flower, di Harumi Hosono, uno dei membri della Yellow Magic Orchestra, è un caso emblematico. La collezione contiene tre composizioni originariamente scritte come musica di sottofondo per i negozi Muji e pubblicate su cassetta nel 1984 – messe insieme ad un’illustrazione minimalista e presentate al pubblico come un vero e proprio album, perfettamente aderente all’estetica lo-fi che va tanto di moda. L’album, però, non esiste se non su YouTube, come se a produrlo fosse stata la sua community.
Forse, però, dietro al successo di questa musica c’è una ragione più profonda. YouTube e Spotify sono strumenti potenti, ci danno accesso a un’infinità di musica diversa accessibile da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, ma hanno trasformato l’ascolto in un’esperienza solitaria. È per questo che i canali che trasmettono 24 ore su 24 “beats to relax/study to” hanno tanto successo. È musica inoffensiva, infinitamente accessibile, sempre uguale a se stessa, perfetta assieme a quell’estetica da anime nostalgico che in qualche modo unisce una generazione nata in tanti luoghi diversi, ma cresciuta online. Tra i commenti sotto al video di Green, c’è chi scrive “Mi sento in un luogo sicuro”, “Questa musica mi fa soffrire di meno”.
Che sia un errore di un software, un trucco per inondarci di pubblicità automatica o il frutto di un movimento culturale nato in rete, una cosa è certa: esiste un posto su YouTube dove artisti incompresi, magari caduti in disgrazia, hanno trovato una seconda possibilità. Forse il successo, nascosti nella riproduzione automatica delle playlist che accompagnano chi studia, scrive, mette ordine. In fondo, non è così male.
*****
Bene..., Comunque..., ascoltare Through the Looking Glass male non può farne... la prima traccia credo possa anche guarire alcune malattie come il tocco dei Re di una volta
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Il Giappone è pieno di talenti e tesori, una strana commistione tra la musica occidentale e sonorità, tempi e sensibilità giapponesi. Uno dei paesi del Prog tra l'altro
Interessante quest'articolo su Rolling Stone... a parte il titolo ovviamente, perchè "artista fallito" lo dici a tua sorella :)
YouTube è il paradiso degli artisti falliti
“Non ho idea di come sono finita qui, ma sono felice che sia successo”. “Secondo la leggenda, chiunque abbia un qualche tipo di buon gusto prima o poi finirà qui, guidato dall’algoritmo di YouTube”. Con rispettivamente 4398 e 3004 like, i commenti più popolari in coda al video di Scenery, un oscuro album jazz del 1976 pubblicato dal pianista Ryo Fukui, rappresentano alla perfezione la sensazione di sorpresa che si prova attraversando lo strano percorso dei video raccomandati di YouTube. Un percorso che prima o poi, per qualche strano motivo, vi porterà in Giappone.
Funziona più o meno così: tutte le volte che lasciate che i vostri video su YouTube scorrano in automatico, l’algoritmo della piattaforma vi porterà automaticamente su un altro contenuto. I meccanismi specifici che regolano le scelte dell’algoritmo sono un segreto ben nascosto, ma conosciamo alcuni punti fondamentali: sfruttando le nostre abitudini sulla piattaforma – quali video guardiamo e per quanto tempo, cosa scriviamo nella barra di ricerca, i nostri like e dislike, le nostre iscrizioni – e tutti i dati personali a disposizione, YouTube seleziona un gruppo di video che dovrebbero corrispondere alle nostre preferenze.
Anche un algoritmo, però, ha i suoi gusti, soprattutto se il suo obiettivo è quello di farci restare il più a lungo possibile su un video, così da poterlo riempire di pubblicità – e accontentare chi quella pubblicità la paga, cioè i veri clienti di YouTube. Nel caso delle ultime elezioni americane, per esempio, l’80% dei video a tema consigliati da YouTube erano favorevoli a Trump. Nel caso della musica, l’algoritmo ha contribuito alla seconda giovinezza di Ryo Fukui e di un gruppo di musicisti giapponesi di fine anni ’70. Scenery, al momento in cui scrivo, conta più di 7 milioni di visualizzazioni. Green, un album di ambient minimale registrato nel 1986 dall’artista concettuale Hiroshi Yoshimura, quasi un milione e mezzo. Plastic Love, un singolo synth pop pubblicato nel 1984 da Mariya Takeuchi, era talmente consigliata da diventare un meme, e la cantante protagonista di un’infinità di parodie, opere su Tumblr e Deviantart. Through the Looking Glass di Midori Takada è passato dal semi-anonimato al secondo posto dei dischi più venduti su Discogs nel 2017, superato solo da Ok Computer dei Radiohead, e ha permesso alla percussionista di partire per il suo primo tour internazionale. “Quando questa nuova generazione ha ascoltato l’album”, ha detto Midori al New York Times, “ha sentito qualcosa di diverso. Oggi è facile suonare grazie all’elettronica, ma io ho fatto tutto con le mie mani. Persino i tecnici dello studio non capivano cosa volessi fare. Ero incompresa”.
Ma cos’hanno in comune tutti questi dischi, e perché l’algoritmo li privilegia con così tanta costanza? La prima ragione è tecnologica: video più lunghi di 10 minuti, e protetti da copyright “fumosi” come nel caso di album semi-sconosciuti caricati da normali utenti, sono perfetti per le pubblicità automatiche di YouTube. La seconda ragione, invece, è di natura culturale: il jazz e l’ambient giapponese sono vicini a tutta una serie di universi molto popolari in rete, come gli anime, la vaporwave, la videogame music, le varie community di beatmaker e così via.
Alcuni di questi album, poi, cambiano natura, si trasformano, hanno una vera e propria seconda vita. Watering a Flower, di Harumi Hosono, uno dei membri della Yellow Magic Orchestra, è un caso emblematico. La collezione contiene tre composizioni originariamente scritte come musica di sottofondo per i negozi Muji e pubblicate su cassetta nel 1984 – messe insieme ad un’illustrazione minimalista e presentate al pubblico come un vero e proprio album, perfettamente aderente all’estetica lo-fi che va tanto di moda. L’album, però, non esiste se non su YouTube, come se a produrlo fosse stata la sua community.
Forse, però, dietro al successo di questa musica c’è una ragione più profonda. YouTube e Spotify sono strumenti potenti, ci danno accesso a un’infinità di musica diversa accessibile da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, ma hanno trasformato l’ascolto in un’esperienza solitaria. È per questo che i canali che trasmettono 24 ore su 24 “beats to relax/study to” hanno tanto successo. È musica inoffensiva, infinitamente accessibile, sempre uguale a se stessa, perfetta assieme a quell’estetica da anime nostalgico che in qualche modo unisce una generazione nata in tanti luoghi diversi, ma cresciuta online. Tra i commenti sotto al video di Green, c’è chi scrive “Mi sento in un luogo sicuro”, “Questa musica mi fa soffrire di meno”.
Che sia un errore di un software, un trucco per inondarci di pubblicità automatica o il frutto di un movimento culturale nato in rete, una cosa è certa: esiste un posto su YouTube dove artisti incompresi, magari caduti in disgrazia, hanno trovato una seconda possibilità. Forse il successo, nascosti nella riproduzione automatica delle playlist che accompagnano chi studia, scrive, mette ordine. In fondo, non è così male.
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Bene..., Comunque..., ascoltare Through the Looking Glass male non può farne... la prima traccia credo possa anche guarire alcune malattie come il tocco dei Re di una volta
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Mia moglie mi racconta che il Bach Collegium Japan, considerato uno dei punti fermi nel mondo nell’interpretazione del compositore trimone, è composto da reali “macchine”. Diversi li conosce, tra colleghi ed ex compagni d’università, e ammette che hanno una preparazione tecnica mostruosa praticamente perfetta ma, proprio perché perfetta, si perde nel suono. Lei, ad esempio, visto il periodo storico che interpreta, ha capito moltissimo su come cantare Monteverdi vivendo a Cremona. È una scelta ardua, i jaja postati prima fanno paura ma il suono è vuoto, asettico. Lo capisci negli arrangiamenti, qui in Italia si fanno ad minchiam ma rendono viva un’interpretazione, là si seguono ferocemente i manuali e si appiattiscono.
La tecnica senza cuore, diciamo, è un "problema" (per chi se ne fa un problema ovviamente :)) di molta musica oggi anche in Occidente; senza difetto non c'è bellezza, come si diceva un tempo... magari il Giappone paga un di più per lo scarto culturale, "vivendo a Cremona" sottolinea questo, ma è anche certo che se vedi jazz o fusion o funky suonato da gente con gli occhi a mandorla tendi a non dargli credito a prescindere e ti suona male ancora prima della prima nota.
Ma ai giapponesi il jazz piace un casino da un sacco di tempo :)
Ma ai giapponesi il jazz piace un casino da un sacco di tempo :)
In Giappone trovo cd introvabili qui e in altri paesi…robe di funky e jazz da paura.
Ricordiamoci che avevano il vizio di registrare i programmi live degli anni ‘50 con tecnologie già allora avanzate…trovi di quelle cose incredibili, tipo il modern jazz quartet che suona con un trombettista giovane destinato a diventare un famoso presentatore
Ricordiamoci che avevano il vizio di registrare i programmi live degli anni ‘50 con tecnologie già allora avanzate…trovi di quelle cose incredibili, tipo il modern jazz quartet che suona con un trombettista giovane destinato a diventare un famoso presentatore
"Hey John you should get your own band together" (Miles Davis)
Released on: 1973-03-26
Electric Guitar, Composer, Lyricist, Producer: John McLaughlin
Drums: Billy Cobham
Mastering Engineer: Mark Wilder
Keyboards: Jan Kammer
Violin: Jerry Goodman
Bass: Rick Laird
(edited)
Released on: 1973-03-26
Electric Guitar, Composer, Lyricist, Producer: John McLaughlin
Drums: Billy Cobham
Mastering Engineer: Mark Wilder
Keyboards: Jan Kammer
Violin: Jerry Goodman
Bass: Rick Laird
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